Ultimamente sto facendo una scorpacciata di Horror, e oggi voglio parlarvi di due film che oltre alla tematica hanno in comune il fatto di essere stati diretti da registi al primo ciak.
Parto con Frontiers, un film con alto contenuto splatter che ha fatto parlare molto di sé in Francia. Diretto dall’esordiente Xavier Gens, ricorda molto i servival horror cari alla tradizione videoludica. La storia in sé non brilla per originalità: un gruppo di ragazzi approfitta della confusione di una Parigi in piena campagna politica per fare una rapina, decidono così di scappare in Olanda per spartirsi il bottino, peccato che come punto di incontro scelgano un ostello molto fuori dai parametri, scopriranno a loro spese quanto il crimine non paghi, andando incontro a un inferno sempre più raccapricciante.
Devo dire che non mi aspettavo molto da questo film e che invece mi sono dovuto ricredere. Molto coinvolgente sin da subito, con attori nella parte, in primis Karina Testa, sempre molto convincente. La regia è ottima e il ritmo piuttosto frenetico. A proposito di questo ho trovato molto bella l’idea di usare ogni tanto la prima persona dalla visuale della telecamera di uno dei ragazzi, una cosa che riporta alla mente altre opere del genere senza essere troppo ridondante. Devo dire che ogni tanto c’è qualche splatterata gratuita, specie nel finale, ma tutto sommato ci può stare.
La storia mi ha ricordato vagamente alcuni fatti di cronaca recente, in particolar modo Joseph Fritzl, così come il proprietario della locanda, un padre padrone Nazista e con la fissa della razza Ariana, peccato che la realtà riesca troppo spesso a superare le fantasie più efferate.
Sconsigliato ai deboli di stomaco!
Di tutt'altro tenore il film prodotto da Guillermo Del Toro, The Orphanage, più incentrato su fantasmi e sulla tensione che su scene raccapriccianti. L’esordiente Juan Antonio Bayona può essere più che contento della sua opera prima. Il film non a caso ha vinto sette premi Goya. La storia è quasi tutto ambientata in un claustrofobico orfanotrofio, cosa che fa aumentare molto il fattore thriller. La trama direttamente da wikipedia:
“Laura, con il marito Carlos e il figlio adottivo Simón, torna nell'orfanotrofio in cui ha trascorso buona parte dell'infanzia, con l'intenzione di ristrutturarlo e renderlo un luogo accogliente per bambini bisognosi. Simón è affetto da HIV, complice l'aspetto sinistro dell'orfanotrofio inizia a manifestare strani atteggiamenti, che lo vedono coinvolto in giochi con bambini immaginari. Mentre il padre, Carlos, si dimostra poco preoccupato per gli atteggiamenti del figlio, Laura inizia a preoccuparsi seriamente quando il piccolo scompare misteriosamente durante una festa in maschera, facendo piombare la donna in un incubo.”
Interessante film con qualche momento morto di troppo, interpretazioni più che buone da parte di tutto il cast, in particolare ottima Belén Rueda, interprete della protagonista.
La pellicola seppur non avendo un ritmo molto incalzante, riesce a coinvolgere sino alla fine, anche se purtroppo ci sono dei momenti un attimo “telefonati”… Il finale lascia un senso profondo di inevitabilità, sembra quasi un cerchio che si chiude intorno all’opera. Non è il filmone di cui parlano in molti, ma trovo che una visione la meriti sicuramente, soprattutto se si apprezza il genere. Da segnalare la presenza di un inquietante Geraldine Chaplin nei panni della medium.