lunedì 24 dicembre 2012

Buone feste!

Le festività sono un occasione importante per stare con i propri cari, per riflettere, per cercare di essere sereni. Purtroppo ci sono situazioni in cui è difficile essere positivi, soprattutto in questo contesto storico, così buio e con tante famiglie in seria difficoltà.

Spero davvero che il nuovo anno possa portare un vento di cambiamento in questo paese, che si impari a valorizzare le forze lavoro che abbiamo, e che i vari pagliacci della politica possano lasciare spazio a forze nuove, a persone con voglia di migliorare l'Italia.

Il mio pensiero va in particolare alle persone che stanno soffrendo, che versano in condizioni di difficoltà, alle persone sole. Bisogna tenere viva la speranza e pensare che il futuro non è ancora stato scritto.

Come sono solito fare vi lascio con un piccolo "regalo". Eccovi quindi un episodio della meravigliosa serie di Lamù a sfondo Natalizio:





sabato 24 novembre 2012

Un anno senza mamma



"La morte è dolce se le facciamo buon viso, se la accettiamo come una delle grandi, eterne forme dell'amore e della trasformazione." Hermann Hesse


Cara mamma, è già passato un anno da quando te ne sei andata... per un figlio è veramente difficile affrontare certi momenti, tra i più ardui della vita. Spesso ti dicevo di curarti, di pensare al futuro, tu sembravi avere la consapevolezza di non avere molto tempo davanti. Questa vita ti ha dato tante cose, purtroppo molte brutte, tante incomprensioni e tanta solitudine. Non era sempre facile capirti, a volte eri persa in un buio troppo denso per essere scrutato, e non posso dire di aver sempre avuto la mamma dei miei sogni, ma eri la mia mamma, e nonostante tutto non ti avrei cambiata con nessuna.

Mi hai insegnato a dare prima ancora che a ricevere, mi hai insegnato a essere umile, ad accogliere nella tua casa le persone come se fossero sempre i benvenuti. Mi dicevi spesso che nessuna donna mi avrebbe mai amato come te e avevi ovviamente ragione; con tutte le attenzioni e l'amore che hai cercato di avere per me, per i tuoi figli, non passava giorno che non ti preoccupassi, ero il centro della tua vita, eri fiera di me, e di questo ti sarò sempre infinitamente grato. Purtroppo abbiamo visto tanti momenti brutti insieme, la tua malattia è stata qualcosa di così doloroso e ingiusto, ma anche in quei momenti sei riuscita a dimostrarmi il tuo amore e questo non lo potrò mai dimenticare.
Da una parte spero che tu non abbia il potere di vedere ciò che è accaduto dopo la tua morte, tutte le difficoltà che ancora non sono state superate come avresti certamente voluto. Però mamma sento la tua presenza, sento il tuo amore, e sono contento di questo.
Spero che nonostante tutto che ora tu sia in pace con Papà, almeno è ciò che dentro il mio cuore spero più di tutto. Spero che tu sia fiera di ciò che ho fatto, di ciò che sto facendo; sto cercando di fare tutto nel meglio delle mie possibilità, tutto ciò che posso... anche se spesso purtroppo non basta mai...
Sarai sempre una parte indelebile del mio cuore, di me, niente ci potrà mai separare, nemmeno la morte mamma.


Ti voglio tanto bene.

Tuo figlio Moreno

venerdì 26 ottobre 2012

Claire - Fallen Angel



Da pochi poco tempo è uscito su Itunes l'EP di Claire, Fallen Angel.
Una giovane ragazza con una voce molto melodiosa che ha un sogno: diventare una cantante. Essendo mia amica ho pensato di farle una piccola intervista, spero possa piacervi e aiutarvi ad avvicinarvi alla sua musica.


Clara, o meglio Claire, ti va di presentarti?
Ma certo che mi va:  mi chiamo Clara, ho 27 anni, vivo in provincia di Pavia e nutro un amore incommensurabile per tutto ciò che si possa definire musica, dalle sigle dei cartoni animati, a Chopin. :)
Ho scelto Claire (che è semplicemente la traduzione francese/inglese del mio nome) come nome d'arte, perché il mio papà mi ha sempre chiamata in questo modo, sin da quando ero piccolissima... aveva ideato una canzoncina apposta per me, già prima che nascessi, dove mi chiamava così. Da quando lui non c'è più, ufficializzare questo nome era il minimo che potessi fare, specialmente perché lui è stato il mio primo vero fan... ha sempre appoggiato molto la mia dedizione per la musica.

Quali sono le tue fonti d'ispirazione musicali?
Gli stili che mi affascinano di più sono sempre stati il rock (melodico, ma anche punk-rock) ed il pop (evito di menzionare i singoli artisti, perchè sono un'infinità), ma ascolto un po' di tutto: da Celine Dion ai Metallica, artisti del passato e del presente, senza badare alle mode, perchè la musica è assolutamente senza tempo e non può essere imprigionata in un trend, come ovviamente qualsiasi altra forma d'arte. Sarebbe un peccato tremendo, limitarsi ad ascoltare solo ciò che è in voga al giorno d'oggi.
Non mi piace infatti chi si vanta di ascoltare un solo genere, qualunque esso sia, denigrando gli altri stili... il punto è: chi siamo noi per erigerci a giudici supremi e  permetterci di criticare ciò che non abbraccia i nostri gusti? Le polemiche su questi temi mi irritano molto. Trovo assai triste che ci siano persone che litigano per decidere chi ascolta il gruppo migliore o l'artista più celebre. è un atteggiamento infantile.
La musica è tutta meritevole d'attenzione, e dato che ogni essere umano fa caso a sé, non si può assolutamente insultare chi gradisce qualcosa che non incontra la nostra approvazione.


Come mai canti in inglese?
Io e l'inglese siamo sempre stati in sintonia... quando canto, o semplicemente parlo in inglese, è come se uscisse la mia "vera voce", quella artistica, che risiede nella parte più intima del mio animo, come una sorta di alter ego.
Comunque l'inglese non è la sola lingua che amo. Ho ereditato l'interesse per le lingue straniere da mio padre, come del resto la passione per la musica, il disegno e la fotografia. Praticare tutte queste attività non è solo un hobby, ma è soprattutto un modo per sentirmi più vicina a lui, oltre che per realizzare me stessa, naturalmente.  


Scrivi tutte le tue canzoni? Quali strumenti sai suonare?
Si, io adoro creare musica e scrivere testi, e fortunatamente  riesco a trovare l'ispirazione facilmente, anche nei contesti più impensabili.
Amo anche le collaborazioni, sia quando coinvolgono persone che possiedono una sensibilità simile alla mia, sia quando entrano in gioco persone che hanno idee differenti da quelle della sottoscritta. Trovo che la comunione di più anime non possa che giovare ad una creazione artistica.
I miei strumenti preferiti sono il pianoforte e la chitarra, sia in versione acustica che elettrica. A seconda del mio umore, decido quale di questi "alleati" può aiutarmi a costruire un nuovo brano. :)

Parlami del tuo EP, so che Fallen Angel nasce come tributo a un'artista che entrambi amiamo molto.
Esatto, ovvero l'ineguagliabile Michael Jackson! ;)
Fallen Angel è nata in un periodo di profonda malinconia, tra il 2005 ed il 2006...
Ricordo che cercavo tra i tasti del piano dei suoni che assomigliassero al mio dolore, ma al contempo volevo anche trovare conforto in quella stessa melodia, come fosse una cura; come il vaccino che ti salva ma che proviene dallo stesso male che stava per ucciderti!  Ecco perchè la canzone ha un introduzione molto triste, uno sviluppo in crescendo ed un finale trionfante.
Il mio pensiero è volato subito a Michael, perchè lui è stato un eccellente esempio di forza d'animo, per me. Aveva appena attraversato un processo ingiusto e terribile, ma ne era uscito vittorioso, così ho deciso che meritava di essere il protagonista della mia 'ricerca della salvezza', da quel difficile momento.
Quando MJ venne a mancare, la canzone era già stata incisa e non avevo alcuna intenzione di modificare il finale (che appunto è gioioso), perchè il brano era nato così, e non sarebbe stato corretto snaturarlo per colpa di qulla tragedia improvvisa. Voglio che resti un tributo al suo coraggio, per come lui ha reagito a tutto quel veleno che non meritava, non voglio che sia solo un pezzo commemorativo.



Come definiresti il tuo stile musicale in una parola?
Oddio, questa è difficile... uhm... "autentico"? Si, direi proprio che quello è il termine più adatto, perché tutto ciò che ho composto fino ad ora (incluse le demo più scarse) l'ho fatto impiegando ogni millimetro del mio cuore, davvero. Inoltre, il 99% dei brani che scrivo, trattano vicende che ho vissuto realmente, quindi...


Cosa ne pensi dell'attuale panorama musicale mondiale?
Data la vastità di generi musicali e di performer, penso che ricavarsi il proprio angolino nel mondo della discografia, sia un'impresa ardua... in realtà questo pensiero non mi turba più di tanto, perché non sto affatto cercando di creare qualcosa che possa lasciare tutti a bocca aperta, bensì qualcosa che possa lasciare me soddisfatta di aver compiuto il mio lavoro in modo onesto. Non ho la presunzione di raggiungere un pubblico vasto, magari con il tipico tormentone, creato a tavolino; preferisco pochi apprezzamenti ma sinceri.
Io desidero solo mettere i miei sentimenti nero su bianco, per poterli condividere e nulla più, non sono a caccia di fama, grazie al cielo.


I tuoi progetti per il futuro?
Spero di continuare a crescere e a migliorare, per poter offrire una qualità di emozioni sempre nuova ed apprezzabile, a chi mi vuole ascoltare.


C'è un messaggio che vorresti lasciare alle persone che si stanno avvicinando alla tua musica?
Per me l'essenziale è riuscire ad essere di supporto, tramite la musica... che si tratti di un sorriso, un brivido, o di una lacrima di commozione, per me la gratificazione maggiore è sapere che ciò che è scaturito dal mio cuore, ha accarezzato o guarito altri cuori.

Claire, grazie per il tempo che mi hai concesso e tantissimi in bocca al lupo per la tua avventura musicale. :)
Grazie mille e duemila a te!! :D


Vi ricordo ancora che l'EP è disponibile su Itunes a questo indirizzo:
QUI

Mi raccomando, promozioniamo la musica Italiana, soprattutto quando si tratta di artisti emergenti.

Vi lascio con il video della canzone Fallen Angel, che vede tra l'altro la partecipazione di mia nipote Eleonora alla composizione delle immagini.


martedì 23 ottobre 2012

Lentamente muore

Voglio dedicare Lentamente muore di Martha Medeiros a Roberto, Veronica e a Giampy, ma in generale a tutte quelle persone che il mal di vivere strappa troppo presto alla vita. Il mio pensiero va ai familiari e agli amici delle vittime di queste tragedie.


“Lentamente muore chi diventa schiavo dell’abitudine,
ripetendo ogni giorno gli stessi percorsi,
chi non cambia la marcia,
chi non rischia e chi non cambia colore dei vestiti,
chi non parla a chi non conosce.
ripetendo ogni giorno gli stessi percorsi,
chi non cambia la marcia,
chi non rischia e chi non cambia colore dei vestiti,
chi non parla a chi non conosce.
ripetendo ogni giorno gli stessi percorsi,
chi non cambia la marcia,
chi non rischia e chi non cambia colore dei vestiti,
chi non parla a chi non conosce.
Muore lentamente chi evita una passione,
chi preferisce il nero sul bianco e i puntini sulle “i” piuttosto che un insieme di emozioni,
proprio quelle che fanno brillare gli occhi, quelle che fanno di uno sbadiglio un sorriso,
quelle che fanno battere il cuore davanti all’errore e ai sentimenti.
Lentamente muore chi non capovolge il tavolo,
chi è infelice sul lavoro,
chi non rischia la certezza per l’incertezza per inseguire un sogno.
Lentamente muore chi non si permette almeno una volta nella vita di fuggire ai consigli sensati.
Lentamente muore chi non viaggia,
chi non legge,
chi non ascolta musica,
chi non trova grazia in se stesso.
Muore lentamente chi distrugge l’amor proprio,
chi non si lascia aiutare;
chi passa i giorni a lamentarsi della propria sfortuna o della pioggia incessante.
Lentamente muore chi abbandona un progetto prima di iniziarlo,
chi non fa domande sugli argomenti
che non conosce,
chi non risponde quando gli chiedono qualcosa che conosce.
Evitiamo la morte a piccole dosi,
ricordando sempre che essere vivo richiede uno sforzo di gran lunga maggiore del semplice fatto di respirare.Soltanto l’ardente pazienza porterà al raggiungimento di una splendida felicità“.

giovedì 4 ottobre 2012

Michael Jackson e la verità sui suoi cambiamenti fisici

Premessa: tempo fa mi sono imbattuto in un articolo molto interessante riguardante l'aspetto fisico di Michael Jackson. Visto le tantissime leggende metropolitane che sono sempre girate intorno ai cambiamenti di MJ ho pensato di fare una cosa buona diffondendo questo documento. Ringrazio il gruppo http://www.truth4mj.it per la traduzione e per tutto ciò che fanno per difendere la legacy di Michael. Buona lettura.





Ci sono molte speculazioni sul fatto che Michael Jackson soffrisse di dismorfofobia ("una sensazione soggettiva di deformità o di difetto fisico, per la quale il paziente ritiene di essere notato dagli altri, nonostante il suo aspetto rientri nei limiti della norma", ndr.). Vari media sapientoni, psicologi da salotto e veri psicologi hanno affermato che lui soffrisse di questa patologia e di molti altri disturbi mentali, basandosi semplicemente su voci estrapolate fuori dal contesto, foto prese da angolature strane, o peggio, su infondati gossip dei tabloid.
Loro, per di più unanimemente, ignorano i problemi reali che Michael aveva in relazione al proprio aspetto, che andavano oltre il suo controllo.
Ecco alcuni dei fattori esterni che influenzavano il suo aspetto:





Ciò che noi sappiamo davvero e che spesso viene misconosciuto in tutte queste discussioni è questo: Michael soffriva di 2 malattie “sfiguranti”, la Vitiligine e il Lupus.

La Vitiligine lo portò a perdere la pigmentazione in quasi tutte le aree del suo corpo, lasciando la sua pelle traslucida, non bianca, e le manifestazioni fisiche del Lupus lo portarono a perdere i capelli, a eruzioni cutanee e lesioni della pelle.

Ha inoltre sofferto di una grave forma d’acne quando era adolescente che gli ha causato cicatrici profonde, e di un’ustione di 3° grado sul cuoio capelluto nel 1984 (durante le riprese per lo spot Pepsi: http://www.youtube.com/watch?v=U6yLdJQNMoc) che, anche dai risultati dell’autopsia, risulta non essere mai guarita, lasciandogli una calvizie permanente al centro della testa.

Per compensare gli effetti della Vitiligine all'inizio Michael Jackson provò ad utilizzare i trattamenti UVA per ripristinare il pigmento della sua pelle nera, ma quando questi fallirono fu solo nel 1990, secondo le trascrizioni della giuria del 1994, che gli furono prescritte delle creme schiarenti per uniformare il colore della sua pelle. Aveva anche cominciato ad indossare il guanto, maniche lunghe e un pesante trucco per nascondere le parti visibili del suo corpo che non erano pigmentate in modo uniforme, pratiche adottate da molte persone affette da Vitiligine.

I danni provocati dal Lupus e dalla Vitiligine lo hanno portato a tatuarsi con pigmento scuro ciglia, sopracciglia e cuoio capelluto per cercare di nascondere la ricorrente perdita di capelli e pigmentazione in quelle aree. Ha anche dovuto sottoporsi a dei trattamenti sul viso per aiutarlo a correggere i danni estetici delle lesioni e delle eruzioni cutanee provocate dal Lupus.


Per l’ustione, inizialmente ha provato a farsi inserire una specie di “palloncino” nel cuoio capelluto allo scopo di espandere la pelle in quel punto, nella speranza di lasciar crescere tessuto cicatriziale e permettere ai capelli di ricrescere naturalmente, ma dopo numerosi tentativi questa procedura si rivelò fallimentare. A metà degli anni ’90, pare che vi rinunciò, cominciando allora ad usare extention e altre parrucche per mascherare la perdita di capelli. Inoltre, è stato riportato che a volte indossava il fedora per nascondere questo sollevamento cutaneo causato dal palloncino.

Per quanto riguarda il suo naso, secondo la relazione di un medico per il procuratore distrettuale che nel 1993 aveva controllato le sue cartelle cliniche, sembra che il suo secondo intervento al naso del 1983 abbia avuto delle complicazioni dovute ad un’infiammazione di cui stava soffrendo a causa del Lupus, che allora non gli era stato ancora diagnosticato, e dal momento che il Lupus può provocare che la pelle “muoia” nelle aree coinvolte, specialmente con la chirurgia, ha dovuto subire ulteriori interventi di ricostruzione per sistemarlo.

Sembra che abbia tenuto gran parte di tutto questo in privato, senza renderlo pubblico, perché ovviamente sarebbe stato imbarazzante e traumatico per lui, come lo sarebbe per la maggior parte delle persone.

A questi problemi reali molto seri legati al suo aspetto, che lui non poteva controllare, si aggiunse il modo in cui lui era stato preso in giro e ridicolizzato da suo padre e da alcuni membri della sua famiglia per il suo naso ed il suo aspetto quando era un bambino.
Questo è stato ulteriormente aggravato dai media, che lo hanno pubblicamente deriso e denigrato per il suo aspetto, e dalla sua riluttanza nel fornir loro la lista completa di ciò che aveva fatto (a livello estetico, ndr) e perché (molto comprensibilmente! ndr).

Cosa sappiamo ancora: dai risultati dell’autopsia emerge che il naso di Michael non era “collassato” e non c’è alcuna prova che questo sia mai avvenuto.

Michael non ha mai modificato gli occhi, assottigliato le labbra o rifatto gli zigomi.
Per saperlo, basta una semplice occhiata alla sua famiglia: Michael, Janet, La Toya, Paris e Blanket hanno tutti gli stessi grandi occhi da cerbiatto e tutta la famiglia Jackson ha gli stessi zigomi che aveva Michael.

Ha dovuto passarne così tante per via del suo aspetto fisico, è stato messo così tanto sotto i riflettori che sembra inevitabile si sentisse insicuro e ansioso a questo riguardo.

Non so se i media erano soddisfatti quando lo sentivano ripetere quanto fosse infelice per il suo aspetto. Da una parte volevano sapere il perché, dall’altra producevano un numero infinito di articoli, documentari televisivi, interviste con dottori che non lo avevano mai nemmeno visto o migliori amici che lo avevano incontrato una volta sola ad una festa negli anni ‘80, deridendolo e ridendo del suo aspetto fisico, specialmente per la Vitiligine.

Il mio più grosso fastidio non è dovuto al fatto che la gente voglia sostenere che Michael non era felice del suo aspetto e che probabilmente aveva dei complessi in merito, ma perché sembra non abbiano mai provato ad usare empatia verso la sua situazione per capirlo meglio, piuttosto sembra vogliano usare tutto questo solamente per umiliarlo ulteriormente, cancellando quello che gli è successo veramente, per esempio: “Aveva la dismorfofobia, quindi questo prova che si è rifatto il naso 100 volte; odiava il suo aspetto, questo perciò significa che non ha mai avuto davvero la Vitiligine e ha semplicemente voluto sbiancarsi la pelle; ha modificato tutto del suo aspetto, inclusa la sua struttura ossea, so che ha fatto tutto questo perché si sentiva brutto ed è così chiaro che volesse rifarsi completamente la faccia daccapo e dal momento che sappiamo che si è rifatto il naso, questo deve voler dire che lui era disposto a sbiancarsi la pelle e ricostruirsi tutta la faccia.”

Nessuno sceglie mai di parlare o lodarlo in merito a quanto duramente lui abbia lottato per apparire “normale” e tenere questi problemi in privato. Lui ha scelto di truccarsi, tatuarsi, indossare guanti, maniche lunghe, cappelli, parrucche, cosicché la gente non avrebbe dovuto vedere cose che lo riguardavano che avrebbero potuto farli sentire dispiaciuti per lui, e invece la gente usa tutto questo per condannarlo!

“Beh, perché non ci ha fatto semplicemente vedere tutto questo? Perché non se ne andava in giro mezzo nudo per tutto il tempo portando con sé le sue cartelle cliniche in modo che io potessi verificare personalmente tutte queste cose che non andavano in lui? Questo è l’unico modo per cui ognuno avrebbe potuto sapere davvero la verità su di lui. Prometto che non avrei riso di lui ancora, e ancora, e ancora come ho fatto quando lui ha parlato dei suoi problemi”.

La gente dimentica anche di dire che le malattie come la dismorfofobia sono radicate in un sentimento di vergogna. Coloro che ne soffrono si vergognano del loro aspetto che odiano, si vergognano di ciò che fanno per nasconderlo, si vergognano di richiamare l’attenzione di chiunque. Perciò, chiedendosi perché Michael non abbia parlato di questi problemi, insistendo al tempo stesso che lui aveva questo disturbo, mostra solo che la maggior parte della gente non vuole affatto capirlo, ma solamente continuare ad etichettarlo.

Durante le interviste con Oprah e con Bashir è visibilmente stressato e a disagio quando gli vengono fatte domande sulla sua pelle, la chirurgia plastica e le prepotenze che subiva in relazione al suo aspetto. Persino quando non veniva ripreso e c’era solo l’audio, la sua voce si faceva flebile quando ne parlava. Ma sembra che la gente lo volesse vedere totalmente vulnerabile, umiliato (non importa se la gente dice che questo non sarebbe successo: è proprio così che si sarebbe sentito), semplicemente perché così le persone potessero soddisfare le loro idee sul come e sul perché lui apparisse in quel modo.

Una delle mie citazioni preferite su questo argomento è quella di Tom Chiarella dall'Esquire Magazine: “Non mi è mai piaciuto il guanto, ma quando ho visto la sua mano deturpata (dalla vitiligine ndr) l’ho accettato. E ho ammirato quello che lui aveva fatto per coprirla. Non mi è mai stato chiaro se questo lo facesse soffrire o meno, ma immagino di sì. Pensate al bello di questo. Mettere lustrini sulle tue ferite aperte. Pensate al mondo intero che fissa l'unica cosa che ti fa sentire bruttissimo."

Potete trovare la traduzione originale a questo link: QUI

Già che ci sono vi posto questo interessante approfondimento:




mercoledì 12 settembre 2012

Johnny Cash - Hurt




Hurt, è un singolo dei Nine inch nails contenuto nel loro album The Downward Spiral del 1994.
Vari artisti hanno coverizzato questa canzone, tra cui David Bowie e Leona Lewis, ma la versione più potente di tutte, per me, resta quella di Johnny Cash; tra l'altro oggi è doveroso ricordare che è l'anniversario della sua morte avvenuta nel 2003 a pochi mesi da quella della moglie. A questo proposito consiglio il film Quando l'amore brucia l'anima, dove viene ben narrata la vita di Cash e la sua storia d'amore con June Carter.

Hurt è una delle mie canzoni preferite, e il video con Cash e la moglie credo sia tra le cose più emozionanti che abbia mai visto. 

Testo e traduzione:


I hurt myself today,
(Oggi mi sono ferito da solo,)
to see if i still feel,
(Per vedere se sono ancora in grado di sentire,)
I focus on the pain,
(Mi sono concentrato sul dolore,)
the only thing that’s real,
(la sola cosa reale,)
The needle tears a hole,
(l’ago fa un buco)
the old familiar sting,
(la vecchia familiare puntura)
try to kill it all away,
(che cerca di eliminare ogni cosa)
but I remember everything,
(ma io ricordo tutto,)
what have I become,
(Cosa sono diventato?)
my sweetest friend,
(mio dolce amico)
everyone i know,
(Tutti quelli che conosco)
goes away in the end,
(sono andati via alla fine)
and you could have it all,
(e potresti avere tutto)
my empire of dirt,
(il mio impero di fango)
I will let you down,
(Ti abbandonerò)
I will make you hurt,
(Ti farò star male)
I wear this crown of thorns,
(Indosso questa corona di spine)
upon my liars chair,
(sulla sedia di coloro che mi mentono)
full of broken thoughts,
(pieno di pensieri interrotti)
I cannot repair,
(che non posso riparare)
beneath the stains of time,
(sotto le macchie del tempo)
the feelings dissapear,
(i sentimenti scompaiono)
you are someone else,
(tu sei qualcun altro)
I am still right here,
(Sono ancora qui)
What have I become,
(Cosa sono diventato?)
my sweetest friend,
(il mio più caro amico)
everyone I know,
(tutti quelli che conosco)
goes away in the end,
(sono andati via alla fine)
and you could have it all,
(e potresti averlo tutto)
my empire of dirt,
(il mio impero di fango)
I will let you down,
(Ti porterò in basso)
I will make you hurt,
(voglio farti male)
if I could start again,
(Se potessi ricominciare)
a million miles away,
(a un milione di miglia da qui,)
I will keep myself,
(mi controllerei,)
I would find a way
(troverei un modo.)




Nine inch nails - Da notare che il verso "I wear this crown of shit" (indosso questa corona di merda) nella versione di Cash è stato cambiato in "I wear this crown of thorns" (indosso questa corona di spine).






Johnny Cash




Vi segnalo inoltre questa ottima cover di Sandi Thom




mercoledì 5 settembre 2012

Labyrinth - Dove tutto è possibile




Labyrinth è senza dubbio uno dei miei film preferiti, un'opera che ancora riesce a stupirmi grazie alle sue innumerevoli chiavi di lettura, grazie alle citazioni artistiche, grazie alla passione che trasuda.
Certo riguardando la pellicola oggi ci si accorge di quanto certi effetti speciali non siano proprio speciali, o di qualche musica che ha perso decisamente smalto. L'ingenuità del film è figlia di anni che non ci sono più, (era il 1986 quando uscì) di un arte che va sempre via via raffrendandosi in nome della commercialità e della tecnologia.
Proprio in questi giorni ho comprato il Blu-Ray di questa pellicola, indi mi pare giusto celebrarla come merita.

Ma andiamo con ordine: Labryrinth è stato prodotto da George Lucas, scritto e diretto dal mai troppo compianto Jim Henson, il papà del Muppet Show per capirci. Alla sceneggiatura ha collaborato Terry Jones, uno dei membri dei Monty Python e al soggetto ha lavorato anche Terry Jones.
Abbiamo poi David Bowie, nei panni di Jarreth, The Goblin King, e la splendida Jennifer Connelly, all'ora quattordicenne, nei panni della protagonista, Sarah, una ragazzina figlia di genitori separati che, stanca di badare al fratello Toby,  decide così di invocare il re dei goblin per liberarsi del piagnucoloso infante. Questo porterà la ragazza a pentirsi della sua richiesta, e a dover cominciare un lungo viaggio nella terra del labirinto, affrontando mille insidie, in una luogo dove tutto non è come sembra, incontrando personaggi con cui stringerà amicizia, come Gogol, un buffo nano diviso tra l'ubbidire a Jarreth e l'affetto per Sarah, con cui condurrà un percorso di crescita interiore senza mai dimenticare di strizzare un occhio ai propri sogni, alla propria innocenza. Una sorta di metafora del passaggio tra l'età adolescenziale e l'età adulta, con tutte le esperienze e le responsabilità che questo porta.

Spulciando wikipedia ho trovato alcune considerazioni interessanti:
"Benché principalmente rivolto a un pubblico molto giovane, Labyrinth può anche essere interpretato come un racconto simbolico della (non) accettazione di un adolescente della sua crescita e della sua sensualità. Jareth fa ogni cosa che Sarah gli chiede (come portare via suo fratello) e in quel senso il suo ruolo può essere interpretato come un mentore per Sarah per farle scoprire di essere una giovane donna matura. 



Le scene all’inizio e alla fine del film rivelano che la maggior parte dei personaggi che Sarah incontra rimandano a giocattoli, poster ecc. della sua stanza: per esempio una statuetta di legno raffigurante Gogol, un gioco da tavola con le forme di un labirinto, un carillon con una bambola danzante che indossa il vestito che indosserà Sarah nella sala da ballo, il quadro appeso nella cameretta raffigurante l'opera di Escher "Relatività". Più importante di tutti, i ritagli di giornale della vera madre di Sarah, un'attrice, mostrano che lei ebbe una relazione con il suo partner del teatro; l’immagine di Bowie fu usata in quelle foto per evidenziare come Sarah desideri essere corteggiata dall’uomo che amava sua madre.
Tutto questo fa capire che il mondo del labirinto è forgiato dall’immaginazione di Sarah."

Interessante anche una recensione che ho trovato nel forum di mymovies da parte dell'utente Asdrubale:
" Quando da piccolo vedevo il film mi sembrava semplicemente una meravigliosa favola per bambini. A rivederlo ora, ho capito che oltre a ciò, è un'opera piena di significati e metafore in grado di affrontare temi complicati come la crescita e di arrivare dritta al cuore. La protagonista compie un vero e proprio viaggio introspettivo di formazione (per certi versi molto simile a "il mago di oz") nel quale viene a contatto con tutti i suoi problemi e le sue paure: la gelosia nei confronti del fratellino, le incomprensioni con i genitori, il senso di "ciò che è gusto", l'egocentrismo, la paura di crescere e abbandonare il mondo fatato (quello dell'infanzia) che si è creata, la solitudine e la mancanza di amicizie e di un punto di riferimento che la capisca realmente, come ad esempio la sua vera madre"

Labyrinth è una fiaba moderna e insegna che le difficoltà della vita esistono, ma che non è fuggendo che le risolviamo. Ci suggerisce così che molto spesso gli ostacoli vengono da noi stessi, infatti nella storia è Sarah a dare potere a Jarreth, e i vari personaggi non sono altro che aspetti del suo carattere, ma è proprio quando smette di credere alle sue paure che riesce a riavere Toby, a crescere.


Andando avanti nell'analisi di Labyrinth, ci tengo a sottolineare che il designer del film è Brian Froud, un'artista veramente sensibile specializzato nel mondo fantasy, da notare che aveva già lavorato con Henson per The Dark Crystal. Il bambino che si vede nel film, Toby, è il figlio dello stesso Froud, ed è stato usato perché per puro caso molto somigliante a come l'artista si era immaginato il bimbo, ancor prima che nascesse il figlio!




Il personaggio di Bowie, Jarreth. è un personaggio talmente carismatico e ambiguo da apparire scontatamente come il male, ma in realtà è solo un simbolo, non è mai veramente cattivo.
Da notare i costumi, credo proprio che i migliori del film siano quelli di Jarreth, sempre molto azzeccati, per non parlare del taglio di capelli e del suo trucco che richiamano il teatro Kabuki. Non a caso il film ha avuto molto successo in Giappone, e addirittura in tempi recenti è uscito un Manga ambientato 13 anni dopo la fine della storia originale. Pare anche che Kaori Yuki, affermata mangaka autrice di Angel Sanctuary, abbia ammesso di essersi ispirata al film per alcune situazioni del suo fumetto più famoso.
Jarreth serve come traghettatore per l'evoluzione della protagonista, e Bowie è decisamente perfetto in questo ruolo, non credo si potesse fare una scelta migliore.

Da notare che il film non fu molto apprezzato quando uscì, in particolare in patria, né la critica, né il box office lo premiò, ma divenne poi un cult, e un grandissimo successo home video.

Ho amato talmente tanto questo film che molti anni fa ho lavorato a un adattamento a fumetti della pellicola; eccovi una scansione dell'ultima tavola a cui ho lavorato prima di abbandonare il progetto:


Concludendo vi consiglio caldamente l'acquisto del Blu-ray, in quanto la pellicola è stata veramente ben restaurata, alcuni effetti ancora oggi sono molto belli, e i contenuti speciali sono molto interessanti, ed esaustivi, senza contare che stiamo parlando di un film senza tempo che va rivalutato e rivisto, soprattutto in luce di ciò che ho scritto sino ad ora.
Spero di contribuire, nel mio piccolo, a diffondere più attenzione verso un'opera che troppo spesso è stata sottovalutata e bollata in modo negativo da una certa critica.




lunedì 13 agosto 2012

Il circo della farfalla



"Più grande è la lotta, e più glorioso è il trionfo"



Il circo della farfalla ha come protagonista l'ormai famoso Nick Vujicic. un uomo nato con una rara malattia, la tetramelia, che porta a non avere arti eccetto un piccolo piede, almeno nel suo caso; grazie alla forza di volontà Nick riesce a fare la maggior parte delle cose di tutte le persone "normodotate", attualmente tiene discorsi motivazionali in tutto il mondo e si è dato anche alla musica.

Il cortometraggio che vi sto presentando mi ha ricordato in qualche modo il Freaks di Tod Browning. 
Paragone forse un po' esagerato, ma a parer mio ci può stare.

Ambientato nel mondo del circo, un gruppo di persone riescono a diventare da bruchi a farfalle, da persone considerate perdenti a vincenti, riescono a trovare nella sconfitta il loro riscatto.
Questo è un corto davvero lodevole, ben girato, con ottimi attori, buona fotografia e musiche, ma soprattutto con un messaggio di fondo meraviglioso quanto importante.
Consiglio a tutti la visione di questi 22 minuti, veramente ben spesi, non ve ne pentirete.
Raramente ho visto trattare la "diversità" con questa sensibilità, con questo approccio.
Credo che la filosofia di Nick Vujicic sia molto bella, che la sua vita possa essere un esempio per tutti, soprattutto per le persone con disabilità, e che questo corto vada diffuso il più possibile.

Buona visione:




venerdì 10 agosto 2012

La scomparsa di Carlo Rambaldi




Sono veramente triste per la scomparsa di Carlo Rambaldi. Uno degli artisti che più mi hanno reso fiero di essere Italiano, una sorta di Leonardo dei giorni nostri; capace come pochi di farci sognare, emozionare, sussultare.
Ero un bambino quando vidi E.T. al cinema con mio padre, una delle rarissime volte in cui mi ci portò e anche se è tutto molto lontano nel tempo, ricordo ancora la ressa e le sensazioni che mi lasciò il film.

Ma Rambaldi non è solo E.T. no è molto di più. Basta pensare a King Kong, ad Alien, a Incontri ravvicinati del terzo tipo, a Conan a Dune. Realizzazioni ancora oggi all'avanguardia nell'animatronica che gli hanno consentito di vincere ben tre Oscar.

Ho sempre trovato gli effetti al computer freddi rispetto all'artigianalità di un tempo, basta vedere la riedizione di E.T. per il ventennale, è stata fortemente criticata, perché la CG non può soppiantare la bellezza di un effetto speciale creato con amore, non c'è lo stesso feeling, non la stessa anima, non abbastanza, a parte rare eccezioni che si sono viste solo in tempi più recenti.
Lo stesso maestro sull'uso del computer negli effetti speciali diceva:
"Si è persa la magia, come quando un prestigiatore rivela i suoi trucchi ai presenti. Adesso tutti i ragazzi possono creare i propri effetti speciali con il computer di casa. Il digitale costa circa otto volte più della meccatronica. E.T. è costato un milione di dollari, l'abbiamo realizzato in tre mesi. Nel film ci sono circa 120 inquadrature. Se noi volessimo realizzare la stessa cosa con il computer ci vorrebbero almeno 200 persone per un minimo di cinque mesi".

Rambaldi è sicuramente tra gli artisti che più hanno saputo innovare e dare nel suo campo e questo nessuno potrà mai toglierlo, ma il suo più grande merito per me è di aver reso veramente "reali" le sue creature; gli ha dato vita, come solo un vero artista può fare.

Ho sempre sognato di poter incontrare il maestro, di poterci parlare, ammiro tremendamente il genio, l'estro, e quando lo vedo non posso fare a meno di rimanerne estasiato.
Quanto ho fantasticato sul suo King Kong da piccolo, quanto mi hanno sempre affascinato le realizzazioni di simili opere.

Voglio segnalare che a novembre uscirà E.T. in Blu-ray, questa volta ci sarà anche la versione originale, senza rimaneggiamenti  di sorta e con l'audio storico. Appuntamento direi imperdibile per tutti gli appassionati della creatura diretta da Spielberg, che a proposito della scomparsa di Rambaldi ha speso queste belle parole: "Carlo Rambaldi è stato il Geppetto di E.T. Tutti noi eravamo meravigliati e affascinati dal suo mestiere, dalla sua arte, e sono profondamente addolorato per la notizia della sua morte"

A questo proposito trovo triste che i TG non abbiano dato il giusto risalto alla notizia.
Come trovo altrettanto triste che certi geni per realizzare veramente le proprie ambizioni sono sempre costretti ad andare all'estero a lavorare.

Concludo ringraziando Carlo Rambaldi per tutto quello che ci ha dato; beffardamente se né andato proprio nel giorno delle stele cadenti, proprio lui così legato al fantascientifico, che sia un segno del destino? Sicuramente ora è una stella che nessuno potrà mai intaccare. Buon viaggio maestro.


Omaggio alle sue opere:



Bel montaggio di Rai.tv:


domenica 5 agosto 2012

50 anni senza Marilyn


"Mai come oggi gli uomini sono morti così silenziosamente e igienicamente e mai sono stati così soli."
 Norbert Elias



Il 5 agosto del 1962 se ne andava una delle attrici che più hanno incarnato l'ideale di bellezza, di successo, di talento e di solitudine, parlo ovviamente di Norma Jeane Mortenson in arte Marilyn Monroe.

Sono sempre stato affascinato dai personaggi complessi, dalle persone controverse, fatte di grandi alti e di grandi bassi, di tanta umanità. Marilyn è stata lasciata sola, sfruttata per la sua bellezza, per il suo talento, mai troppo amata, mai capita veramente.
Anche nella sua morte, come in quella di tante altre leggende, c'è un grande alone di mistero, a tutt'oggi tantissime cose non tornano; omicidio, fatalità, suicidio, si è parlato spesso di riaprire il caso, ma credo che certe realtà non le sapremo mai davvero.
Ultimamente è uscito un film che vi consiglio dedicato all'attrice, parlo di Marilyn, interpretato da una convincente Michelle Williams. La pellicola si ispira a The Prince, The Showgirl and Me e My Week with Marilyn; due diari scritti da Colin Clark, che raccontano le esperienze sul set de Il principe e la ballerina e dei giorni trascorsi in compagnia della Monroe.

Inoltre ci tengo a segnalare una mostra al Museo Salvatore Ferragamo di Firenze che ospita sino al gennaio 2013 una retrospettiva dedicata a Marilyn; ripercorrendone così il mito attraverso abiti, immagini, accessori e le scarpe che lo stilista fiorentino creò apposta per lei.

Questo post vuole essere un piccolo tributo a un'artista, ma soprattutto a una donna che se né andata troppo presto lasciando dietro di sé una leggenda immortale. Rest in peace Marilyn.





giovedì 26 luglio 2012

Omaggio a Fabrizio Moro



Ho sempre ammirato Fabrizio Moro, sempre provato una sorta di empatia per le sue canzoni, per ciò che mi è capitato di sentire, ma non ho mai approfondito molto l'artista.

In questi giorni mi sono deciso a farlo e voglio condividere con voi la mia recente scoperta.
Lo trovo un'artista veramente dotato, sensibile, attento, intelligente. Mi ricorda un po' Rino Gaetano, sicuramente in alcune sfumature della voce, in alcuni testi, nelle tematiche, anche se Moro usa decisamente meno il nonsense.

In questa Italia così poco propensa a ripagare le qualità, la meritocrazia, il minimo che possa fare, nel mio piccolissimo spazio, è diffondere la musica di Fabrizio Moro, perché noi italiani siamo tanto esterofili, ma quando dobbiamo apprezzare i nostri talenti siamo veramente scarsi, a meno che non siano i soliti noti.

Ne approfitto per ringraziare Fabrizio per le emozioni che riesce a trasmettere, per i temi che tratta, per l'enorme sensibilità che traspare nei suoi testi.

La maggior parte delle canzoni che vi propongo sono tratte dall'album Domani, uscito nel 2008.


Libero



Pensa




Gastrite






Non importa





Devi salvarti


venerdì 20 luglio 2012

Gilbert O'Sullivan - Alone Again ( Naturally )



Oggi per curiosità ho cercato la traduzione di una canzone che ho sentito anni fa nella colonna sonora dell'Anime Maison Ikkoku, mi riferisco ad Alone Again ( Naturally ) di Gilbert O'Sullivan.
Mi sono stupito trovando tante analogie con la mia vita, indi ho pensato di condividere con voi questo pezzo.


Vi posto questo bellissimo video con traduzione interattiva. La lettura è eseguita da Fabio Pasquet. Tratta da "Good Times, Bad Times", trasmissione in onda su Rbe.



lunedì 9 luglio 2012

The Amazing Spider-Man




Bene, bene, si fa per dire ovviamente. Ieri sono andato a vedere The amazing Spider-man, rigorosamente in 2D, visto che il 3D lo trovo superfluo per il 90% dei film.
Che dire, onestamente dopo aver troncato la saga di Raimi mi aspettavo una cacata colossale, e in effetti... ma andiamo con ordine.
Prima di tutto il nostro caro tessiragnatele compie ad agosto ben 50 anni, indi AUGURI Spidey. Secondariamente se volete tributarlo a dovere andate a vedere la mostra nello spazio WOW Fumetto dedicata a lui. Per maggiori info: http://www.museowow.it/mostre-spiderman.htm

Questo film contiene alcune contraddizioni concettuali. Si chiama come la serie classica ma è basata sulla serie "Ultimate", comprensivo di ambientazione più moderna, indi cellulari e computer a go go.
Peter Parker questa volta dispone dei lancia ragnatele, come nella serie classica appunto. Lo spettatore, soprattutto quello smaliziato che conosce il comics, rimane un po' disorientato non capendo bene la direzione che vuole seguire la pellicola. La storia si dipana un po' lentamente, solita introduzione di come Peter viene punto dal ragno (presa da Ultimate) i genitori mostrati per la prima volta in un movie, l'accozzaglia che ne esce è piuttosto disarmante. Sembra di osservare una storia che vuole avere il pretesto di essere "seria" ma che ottiene il risultato di essere banale e stupida, non sto nemmeno a perdere tempo nel riassumerla.

Questo film è un teen movie, carino, quello che vogliamo, ma manca della passione della saga di Raimi, manca l'amore per il personaggio, manca una sceneggiatura decente, che non sia "bimbo minchiesca". Manca un protagonista che sia tale, un villain fatto come Dio comanda, anche se devo dire che, Rhys Ifans, l'attore che interpreta Lizard se la cava piuttosto bene quando non è nascosto dagli effetti speciali.

Sono severo? Può essere, ho letto di gente che ha apprezzato questo film, definendolo addirittura più simile al fumetto rispetto al lavoro di Raimi... sarà, ma a me me pare 'na strunzata. Mi viene proprio voglia di martellarmi le palle se penso che hanno interrotto il lavoro precedente per proporci una cosa del genere.
Vabbè, andiamo avanti.

Gli effetti visivi, mh, veramente belli, sono serio, soprattutto i movimenti del ragno, la tuta mi fa defecare però. Capitolo Lizard, a me ha ricordato Godzilla dopo la dieta, carino, si, ma niente di che, mi aspettavo un impatto decisamente migliore. Musiche? quali... ah, si molto belle, qui sono sarcastico lo ammetto.

Fotografia? quella si salva, e vorrei anche vedere. Passiamo al capitolo attori... per il ruolo di Peter abbiamo il giovane Andrew Garfield, faccia da pirla come pochi eh, ma fa il suo lavoro, tutto sommato. Certo una recitazione piuttosto monocorde, non certo memorabile.
Emma Stone nei panni di Gwen Stacy, ma solo a me questa ragazza non piace? Bellina ok, ma... carisma? non pervenuto, capacità attoriali sufficienti, si, per fare una serie tv magari, non certo un colossal. Poi trovo che il personaggio di Gwen nel comics avesse decisamente più sfumature.
Nota di Gossip, i due protagonisti si sono fidanzati durante le riprese.
Salvo decisamente il solito cameo di Stan Lee che mi ha fatto spanciare e Martin Sheen nei panni dello zio Ben.
Da notare la presenza di Michael Massee come capo della Oscorp; per chi non lo sapesse è l'attore che ha sparato, suo malgrado, a Brandon Lee uccidendolo sul set del Corvo.

La regia, è di Marc Webb, famoso soprattutto per i suoi video musicali, e si vede. Infatti le scene d'azione devo dire che sono molto belle, una delle poche cose per cui vale la pena vedere questo film.

In conclusione, questo The Amazing spider-man è un reboot della saga di cui non si sentiva affatto il bisogno.
Hanno già annunciato il seguito, si parla del 2014, per fortuna ci manca tanto. Spero che aggiustino decisamente il tiro.

venerdì 6 luglio 2012

Maschere



Questa illustrazione di Ayami Kojima, è una delle sue opere più famose e oltre a essere un quadro meraviglioso porta in sé un messaggio molto veritiero.

Guardate attentamente il ragazzo ritratto, è talmente bello che all'inizio non si nota subito che regge una maschera sul viso, è lo specchio accanto a darci un indizio sulla sua vera natura. Lo trovo geniale!
Ricordo quando vidi questo disegno per la prima volta, non mi accorsi subito di questo particolare, complice anche la scarsa risoluzione con cui osservai l'opera.
Sono passati almeno 10 anni e con il tempo mi sono accorto sempre più della verità del messaggio di questo lavoro.


Riguardo questo tema voglio citare una frase di Pirandello:
"Imparerai a tue spese che nel lungo tragitto della vita incontrerai tante maschere e pochi volti".

Intendiamoci, tutti indossiamo maschere, ci sono situazioni in cui non possiamo farne a meno, anzi a me piacerebbe imparare a farmi vedere meno per come sono, ma ci sono momenti e momenti, credo sia fondamentale essere sé stessi, soprattutto nei rapporti importanti, altrimenti si passa il tempo ingannando, facendoci amare per ciò che non siamo, pratica inutile e dannosa, visto che la vera natura delle persone prima o poi esce sempre fuori.

Mi pare che ci sia poco da aggiungere, molto su cui riflettere.
Siate voi stessi!

Buon week end gente.

martedì 3 luglio 2012

41 anni senza Jim Morrison



Oggi sono esattamente 41 anni da quando il carismatico leader dei Doors, James Douglas "Jim" Morrison, morì in circostanze misteriose a Parigi.


Molti pensano sia ancora vivo, sicuramente tra tutte le morti misteriose quella di Morrison è tra le più oscure. Funerale in fretta e furia, nessuna autopsia, ipotesi più o meno credibili sulla fine del cantante che sono cambiate varie volte nel corso degli anni. Resta il fatto che certe situazioni alimentano sempre il mito e il buon Jim è entrato di diritto, a soli 27 anni, nell'olimpo dei grandi.

I Doors hanno fatto la storia della musica, del rock, della psichedelia, e ancora oggi il loro sound è molto attuale.
Morrison oltre ad avere un grande carisma è stato molto bravo nel riuscire a "inventarsi" il ruolo del cantante; infatti Jim aveva velleità artistiche ma a parte scrivere testi, non è che fosse "nato" cantante, fu l'incontro con Ray Manzarek, tastierista poi nei The Doors a cambiargli completamente la vita.

Voglio ricordarlo con alcuni video che amo e con le parole del padre, un uomo sicuramente singolare che ha sottovalutato molto il talento del figlio.

Buon riposo Jim e grazie per la bellissima musica che ci hai lasciato.

People are stranger:



The end:



Intervista al padre:


domenica 1 luglio 2012

War Horse






War Horse è l'ultimo lavoro di Steven Spielberg, regista che non credo abbia bisogno di presentazioni.

La trama parla del rapporto tra un giovane, Albert, e il suo meraviglioso cavallo Joey. Durante la Prima Guerra mondiale i due si separeranno, e passeranno il resto del tempo nella speranza di superare gli orrori del conflitto per poter tornare insieme.

Non è facile per me parlare di questo film, emotivamente mi ha coinvolto molto, dovrebbero metterci il sottotitolo:"astenersi se avete la lacrima facile". Nonostante i 146 minuti di durata, devo dire che scorre molto velocemente, un bel viaggio, toccante e intenso come pochi. Infatti una volta finita la pellicola vorresti in qualche modo tornarci, sognare, e rivivere la magia che solo il cinema sa darci.

La regia, le musiche (di John Williams), la fotografia, tutto eccelle. Non a caso War Horse è stato candidato a ben 6 Oscar, peccato che non sia riuscito a vincere nessuna statuetta.

Devo dire che per quanto abbia amato questo film, forse e dico forse, in alcune scelte c'è un che di favolistico, di tipico del regista, che un po' trovo cozzare con il contesto, certo non bisogna dimenticarsi che è pur sempre una storia tratta da un libro (di Michael Morpurgo) indi su certe scelte Spielberg c'entra sino a un certo punto anche se il suo stile c'è tutto. Bellissime alcune scene, evito spoiler, e veramente poetico il rapporto tra il ragazzo e il cavallo. La guerra viene mostrata in quasi tutta la sua brutalità, scrivo quasi perché si vede pochissimo sangue e le morti sono sempre piuttosto "soft"; la maggior parte del tempo si percepiscono fazioni che non vorrebbero farsi del male ma che devono loro malgrado.

Il doppiaggio Italiano, per quanto sia molto buono in quasi tutto l'operato, fa delle scelte particolari, mi riferisco alle inflessioni pseudo Tedesche e Francesi che si sentono nel corso della pellicola.
Le scene delle battaglie sono stupende, così come le lunghe corse dei cavalli. Le inquadrature, alcune, sono davvero memorabili e il finale, con quella scelta di colori e inquadrature mi ha ricordato molto Via col vento.
Il cast è molto buono, spicca sicuramente Jeremy Irvine nel ruolo di Albert, molto convincente, ma devo ammettere che i veri protagonisti in questo film non sono le persone, ma i cavalli.

War Horse rimane uno dei film più emozionanti che abbia visto negli ultimi tempi quindi ve lo consiglio, a meno che non amiate generi più action e "duri", tra l'altro è da poco uscita la versione Home Video, indi non avete scusanti. Guardatelo, non senza dimenticarvi vicino una buona scorta di fazzoletti!



lunedì 25 giugno 2012

3 anni senza Michael




Oggi sono esattamente 3 anni dalla morte del mio mito: Michael Jackson.

Ricordo bene quella sera in cui si iniziò a parlare di arresto cardiaco del cantante più famoso al mondo, ricordo lo sgomento, l'ìncredulità, le notizie che piano piano si diffondevano, ora la situazione era di pericolo, ora era in coma, ora era morto. Fu un escalation di orrore, qualcosa di così surreale da non essere facile da accettare. Il giorno dopo andai a lavoro vestito totalmente di nero, tra alcune persone ilari e io totalmente tramortito, guardavo il mondo con occhi diversi, mi dicevo:"un mondo senza Michael".

Eppure il tempo passa, i suoi figli sono diventati un attrazione mediatica, il medico che iniettò la dose letale di Propofol a Mike in galera. Ma niente, niente pare alleviare totalmente quella che è una vera e propria ferita.

Il mio sogno è sempre stato quello di incontrare Jackson, ci andai vicino, talmente vicino da far male, soprattutto con il senno di poi. Incontrai Quincy Jones, incontrai John Landis, ma niente per me era paragonabile a incontrare Michael. Mi sono sempre idenficato in lui, nel suo male di vivere, nella sua solitudine. Destino che pare così comune a chi si sente diverso in questa società.

Grazie a MJ ho conosciuto molte persone, alcune veramente degne di nota, altre meno, ma è la vita e ogni volta che vengo a contatto con un "Jacksoniano" mi pare di averne quasi subito familiarità, si parla un linguaggio comune, si parla di amore, di passione, di tutto ciò che la stampa non ha mai capito di questo uomo così incompreso, così intrappolato in sé stesso, in un meccanismo troppo grande per chiunque.

Ricordo ancora la prima volta che vidi il video di Thriller, ero poco più di un bambino eppure capii subito che si trattava di qualcosa di diverso, qualcosa di forte, di un linguaggio nuovo. Lo stesso effetto me lo fece anni dopo il video di Bad. La mia passione vera e propria iniziò alla fine del 1990, quando un amico mi fece una cassetta con i maggiori successi dell'artista. Poco dopo uscì Dangerous e il "danno" era fatto, Michael diventò l'amico, l'aspirazione, la "famiglia" che non sentivo di avere.

Mike, ovunque tu sia, avrai sempre un posto speciale nel mio cuore e non finirò mai di esserti grato per avermi aiutato con la tua arte, confortato dove nessuno poteva, sedato lacrime quando nessun altro l'avrebbe fatto.

Il mio personale tributo va a te con questo video che spero possa aprire le menti ad alcune persone che ce l'hanno troppo chiusa per capire, per apprezzare l'uomo dietro al mito.


Michael Jackson: l'uomo dietro il mito - sub ita from MJJLovers on Vimeo.


Per chi volesse approfondire la figura di MJ consiglio caldamente 2 libri editi in Italia da poco tempo. Il primo è "Il mio amico Michael" di Frank Cascio, amico di lunga data del cantante, con tanti aneddoti e con uno spaccato sulla persona molto interessante. Il secondo è "Man in the music" di Joseph Vogel, un approfondimento sulla creatività dell'artista, un dietro le quinte di tutti i suoi più grandi successi.

martedì 19 giugno 2012

Drew Dawson Davis e le sue fantastiche cover





Nell'immensità di youtube si trova di tutto, da attori improvvisati, a comici, sino a cantanti più o meno bravi. Mi piace segnalare gli artisti che ritengo degni di nota e ho intenzione di farlo più spesso.
In queste ore mi sono capitati dei video di Drew Dawson Davis, un ragazzo che canta  in un modo davvero spettacolare. Ascolto molta musica e non mi capita di frequente di emozionarmi per una voce e quella di Dawson è veramente bella e toccante.

Tra i suoi tanti video vi segnalo qualche cover, visto che per la maggiore fa queste, in particolare mi ha colpito la sua versione della canzone di Adele - Someone Like You:





Non scherza nemmeno la sua versione di Man in the mirror in tributo a Michael Jackson:




Il ragazzo dà anche lezioni di canto tramite Skype. Nel caso siate interessati potete contattarlo.
Buon ascolto.

domenica 17 giugno 2012

Charlie Chaplin: Una vita da vagabondo





Charlie Chaplin è sempre stato tra i miei artisti preferiti.

La sua grandezza, l'innovazione che ha portato, il suo estremo perfezionismo, la sua poesia, credo che sia stata vista raramente nella storia del cinema. Da umili origini, da bambino abbandonato, è riuscito a diventare un uomo di successo, un artista senza pari. L'ennesima dimostrazione che l'arte nasce spesso dal dolore, dalle difficoltà, e che il genio, il vero genio è innato.

Per celebrare questo immenso personaggio, voglio condividere con voi un bellissimo speciale che ho trovato sul tubo.
Trattasi di Charlie Chaplin, una vita da vagabondo. Un excursus sulla vita dell'artista, sull'uomo, sulle sue gioie, sulle sue contraddizioni, e sui suoi dolori; con testimonianze di amici di famiglia, del figlio e di  una delle mogli, Lita Grey.

Buona visione:






venerdì 8 giugno 2012

Il gatto con gli stivali: i tre diablos



Oggi voglio proporvi un cortometraggio dedicato al Gatto con gli stivali, il celebre micio doppiato da Antonio Banderas e spalla di Shrek nell'ononima serie di film Dreamworks.

I tre diablos, sono gattini dall'aspetto tanto dolce quanto pericoloso, il nostro Gatto sarà ostacolato proprio da loro mentre cercherà di recuperare un prezioso diamante rubato alla regina.

Questo filmato lo potete trovare come contenuto speciale anche nel DVD/Blu-ray del film dedicato al celebre felino.


Spero vi piaccia:






Ringrazio http://www.cineblog01.com per aver condiviso la versione sottotitolata in Italiano.

domenica 3 giugno 2012

In ricordo di un angelo





La ferita che ha colpito di recente il nostro paese, e che ha strappato la vita a Melissa Bassi ha suscitato tanto clamore e sdegno. Per la prima volta da quando ho aperto questo blog, voglio lasciare spazio alle parole di qualcun altro, in questo caso a quelle della mia meravigliosa nipote Eleonora.
Domandiamoci se è questo il mondo che vogliamo lasciare ai nostri figli:

Dovrei riempire questo foglio bianco di parole.
La verità è che non trovo parole.
Non so proprio come potrei riempire questo foglio bianco.
Ogni pensiero, termine, affermazione associato a quello che è successo in quella scuola mi risuona infantile.
Dire di essere indignata, disgustata è troppo poco. Parole che potrebbero sembrare pesanti nel mio cuore prendono una connotazione davvero minima.

Quella ragazza aveva solo 16 anni, era piccola, inesperta e come tutte le adolescenti e come me… aveva tanti sogni. Sogni che avrebbe sperato di realizzare un giorno. Progetti che avrebbe sperato di costruire in un futuro. Desideri che forse erano vicini ad essere realtà.
Era una ragazzina come tante, con sogni, progetti, desideri e speranze.
Aveva una famiglia, degli amici e forse… anche una persona da amare.
E osservando quello che è successo ho realizzato una cosa; un’adolescente ha due case: quella calda e confortante che ha preso il nome di “casa” e quella un po’ noiosa ma anche divertente che, invece, ha preso il nome di “scuola”.

Un’adolescente ha due case, e la sua seconda casa è la scuola, dove può fuggire dai suoi problemi famigliari, dove può svagarsi dalla normale routine casalinga, dove può fare nuove amicizie, dove può imparare cose nuove… ma anche se a volte potrà annoiarsi, anche se a volte potrà sperare che la campanella suoni il prima possibile… anche se certe volte è così… un’adolescente ha sempre visto in quell’edificio un piccolo rifugio. Un’adolescente tra quelle bianche mura ha sempre creduto di essere al sicuro, perché la scuola è la nostra seconda casa, è il nostro rifugio. Ci siamo sempre visti protetti. Ma questa volta non è stato così.

Quello che è accaduto giorni fa a Brindisi mi ha fatto notare che la sicurezza non esiste.
Come ora non esistono più i sogni, i progetti, i desideri e le speranze di quella sedicenne.


E ora come ora non ho interesse di sapere chi ha commesso questo atto disumano, perché chiunque sia stato per me è disumano ancor più di quell’atto. Mi piacerebbe solo che chiunque sia stato un giorno possa solo guardare il suo volto riflesso in uno specchio e scorgere nella sua immagine l’essere immondo che è, perché quell'individuo ha ucciso una ragazzina senza provare un’emozione di alcun tipo, non era nemmeno lei la persona che voleva uccidere, se avesse potuto, avrebbe sperato che le vittime di quella bomba fossero molte di più… lui vedeva in chi voleva uccidere solo degli oggetti, delle pedine e questo rende ancora più disumano la sua persona e quello che ha fatto. Provo ribrezzo nei confronti di quell'essere indegno di essere ritenuto umano, perché non è umano.

Chiunque sia stato merita solo di vivere una vita sofferta, una vita che nessuno vorrebbe. Merita un giorno lontano di morire lentamente; e se dovesse esistere un inferno passarci l’eternità.

Queste sono le uniche parole che posso dire, parole scritte con il cuore… forse poche… ma sincere.

Eleonora Tarchini

domenica 27 maggio 2012

Biancaneve




Ogni tanto bisogna pur guardarsi dei film leggeri, e in questa domenica vagamente piovosa mi sono visto Biancaneve, l'ultimo film di Tarsem Singh,  regista famoso per aver girato The Cell e videoclip come Losing my religion dei R.E.M.
Prima di tutto voglio sottolineare che questa pellicola non ripercorre canonicamente la fiaba, ma cerca di rimodernarla rendendola più attuale, ironica e ritmata.
Abbiamo sempre una matrigna cattiva, interpretata da una brava Julia Roberts, Biancaneve, il Principe e i nani.
Quindi che cambia rispetto alla favola originaria?
Cambia l'approccio, è molto paricolare e gioca a ribaltare molti ruoli.
Tanto per dire i nani siamo abituati a immaginarceli pacioccosi e burloni, qui sono un manipolo di briganti attaccabrighe mossi dal fatto di essere stati allontanati dal regno dalla regina per colpa della loro "diversità".
Il principe non è il solito eroe senza macchia e paura, ma è un po' pasticcione e imbranato.
Biancaneve non è un inerte fanciulla, ma la vera eroina della vicenda, sarà lei a salvare il regno.
Niente donzella da risvegliare con un bacio quindi.

Cavolo devo ammetterlo, questo film è dannatamente divertente. Mi ha ricordato altre opere del passato, infatti ho provato la stessa sensazione di quando da ragazzino vidi Labyrinth per la prima volta.
L'ironia spesso tagliente, il giocare nel far valere il ruolo della donna nella storia, nel ribaltare vari cliché narrativi, il sapiente uso dei ritmi registici, rendono questa pellicola una piccola perla.

Tra gli attori voglio citare, in particolare la graziosissima Lily Collins, l'attrice che interpreta Biancaneve. Figlia del cantante Phil Collins, Lily ha un passato da giornalista e nel corso della pellicola oltre a dimostrare una fotogenia non certo comune, dà anche dimostrazione di avere una voce più che gradevole.
I costumi sono di Eiko Ishioka, ci tengo a segnalarlo perché purtroppo è scomparsa di recente e questo è l'ultimo film a cui ha lavorato; tra le altre cose va ricordata per aver vinto un Oscar con i suoi splendidi costumi nel Dracula ad opera di Francis Ford Coppola.

Segnalo che a luglio uscirà un altro film ispirato alla favola dei Fratelli Grimm, si chiamerà Biancaneve e il cacciatore, e dal trailer direi che avrà un approccio molto più horror. Sono curioso di vedere anche questa ennesima rivistazione di una favola che pare proprio essere senza tempo.

Vi lascio con la dolcissima Lily Collins e con la sua interpretazione di I Belive (in love) canzone scritta da Alan Menken, vincitore di ben 8 premi Oscar per aver composto colonne sonore come quelle per Alladin, La Sirenetta, Hercules, e La Bella e la bestia: