venerdì 13 dicembre 2013

24 curiosità su I 3 dell'operazione Drago


"E' come un dito puntato verso il cielo...e non guardare il dito o perderai tutta la celestialità della scena!"



Bruce Lee è scomparso da 40 anni, e voglio celebrarlo parlandovi del suo film più rappresentativo, quello che l'ha consacrato definitivamente a mito, mi riferisco a I 3 dell'operazione drago, in originale: Enter the Dragon.
Questa pellicola è stata davvero difficile per Lee per via di tutte le pressioni che ha portato essendo il coronamento del sogno di fare un film a livello internazionale, quindi il suo progetto più ambizioso, il lascito artistico, la possibilità di mostrare l'arte e la filosofia che lo caratterizzavano al mondo. Ma andiamo con le curiosità:

1 - Le riprese furono realizzate quasi tutte su un isolotto di Hong Kong dove maestranze cinesi ricrearono gli ambienti.

2 - Bruce Lee morì poco prima di poter vedere il film al cinema, che uscì in Cina il 26 luglio 1973, 6 giorni dopo la sua morte, mentre in U.S.A. il 24 agosto dello stesso anno.

La scena assente nella prima visione, da notare l'orrendo doppiaggio italiano. 

3 - Oltre due ore di ciak girati furono poi tagliati e perduti nella sala di montaggio. La versione DVD e Blu-ray, oggi circolanti del film contengono anche il "cappello" inedito di Lee che parla con l'abate del tempio (Roy Chiao) spiegando la sua concezione delle Arti Marziali; questa scena è totalmente assente nelle versioni per le sale del 1973.

4 - Nella scena in cui Lee affronta lo sfregiato O'Harra, Lee venne incidentalmente ferito dai cocci di bottiglia branditi dall'avversario (il campione di Karate Bob Wall). L'incidente provocò ritardi e una momentanea tensione fra Lee e Wall.


                                                                              

5 - Bruce fu anche morso dal cobra nella scena notturna, ma fortunatamente il rettile era stato deprivato delle ghiandole velenifere. Questo aneddoto lo conferma anche la vedova Lee nei contenuti speciali del Blu-ray, aggiungendo che così fortunatamente il marito ha potuto finire il film... che moglie premurosa.

6 - La primissima scena che Lee girò è quella in cui, arrivato sull'isola, prende possesso della sua stanza e chiede di vedere May Ling. Per alcuni giorni disertò il set con vari pretesti, per far pesare la sua importanza in un braccio di ferro con la produzione americana (ma anche con Raymond Chow, suo socio nell'impresa). Altre fonti dicono invece che Bruce disertò il set per ben due settimane a causa dello stress provocatogli dal fatto che il suo "sogno americano" si stesse concretizzando.

7 - Fu Lee a volere Lalo Schifrin come compositore, giacché Schifrin aveva composto anche la sigla del serial Mission Impossibile, del quale Bruce usava a volte ascoltare il 45 giri mentre si allenava per darsi più carica. Alcuni spezzoni di Enter the Dragon, appositamente ridoppiati e rimontati, sono visibili anche nel sequel apocrifo Tower of Death/Game of Death II/L'ultima sfida di Bruce Lee del 1980.

8 - Il film è a tutt'oggi considerato un cult, e uno dei migliori mai prodotti sul genere, per la bravura di Lee non solo nelle sue scene, ma anche per le coreografie dei combattimenti che egli curò di persona disegnandone anche gli storyboard come era solito fare. Ne fu anche coproduttore, cosceneggiatore non accreditato e diresse alcune scene aggiuntive con la troùpe cinese dopo che la troùpe americana ebbe finito.

9 - La pellicola è parzialmente ispirata al romanzo di Ian Fleming Dr No e al film che ne trasse Terence Young (Agente 007 - Licenza di uccidere). Han è ispirato al Dr. No di Fleming. Mentre per Tania, il produttore si riferisce alla Dragon Lady del vecchio fumetto Terry and Pirates.


          
10 - Tra gli stuntman compare un giovane Jackie Chan.

11 - In Italia uscì nel dicembre del 1973 e rimase in circolazione per quasi tutto il 1974.

12 - Fu il primo film di arti marziali in coproduzione con Hollywood, e il primo di tale portata con un cinese come protagonista! (Anche questo portò non poca tensione a Bruce).

13 - Il budget fu di circa un milione di dollari, cifra modesta per una grande produzione ma colossale per Hong Kong abituata a massimali di 100.000 a film, andò poi al 20° posto come maggior incasso nei soli USA.

14 - Il film ottenne molti primati: in Grecia fu proiettato per 14 anni! Nelle Filippine scalzò 007: una cascata di diamanti dal primo posto del box-office; Mentre nell'ex Jugoslavia, detenne per anni il primato di incassi.


15 - L'ìdea della sala degli specchi alla fine della pellicola viene direttamente da un film di Orson WellesLa signora di Shangai.

16 - Lee ritoccò ampiamente il copione, entrando in conflitto con lo sceneggiatore Michael Allin.  D'altro canto Bruce aveva un'idea precisa di come dovevano essere fatte le cose, e ciò provocò non poca tensione sul set.  

17 - Nel 1993, Il Times definì  I 3 dell'operazione Drago come Il via col vento di tutti i film d'azione.

18 - In Italia la pellicola uscì pochi giorni prima di un altro film con Lee, L'urlo di Chen terrorizza anche l'occidente, così ci furono due suoi lavori contemporaneamente al cinema come prime visioni!

19 - Proprio durante il doppiaggio di Enter the dragon, per la precisione il 10 maggio del 1973, Bruce Lee ebbe la prima seria avvisaglia della sua imminente fine, infatti durante un turno svenne , venne colpito da un edema cerebrale che i dottori riuscirono a far riassorbire tramite un farmaco chiamato Mannitol. Morì poi il 20 luglio del 1973 in circostanze similari a soli 32 anni.

20 -  Il ruolo di Kelly doveva essere inizialmente affidato al culturista e attore afro Rokne Tarkington, ma all'ultimo momento fu affidato al campione di Karate Jim Kelly (scomparso di recente) per l'indisponibilità di Tarkington. John Saxon inizialmente rifiutò il copione non credendo nel progetto, Lee poi lo convinse ad accettare ma Saxon preferì un alto salario forfettario (150.000 dollari) alla percentuale sugli incassi offertagli dalla produzione (decisione non molto lungimirante, visti gli introiti).

21 - Bruce Lee venne sfidato da un comparsa presente sul set, questa non credeva alle capacità atletiche dell'artista marziale e voleva a tutti i costi averne prova. Lee resistette per un po' alle provocazioni, ma quando venne chiamato "tigre di carta" invitò il giovane ad avvicinarsi, in 30 secondi, senza ferirlo, gli fece capire che era il caso di darci un taglio.

22 - Nel 2004 è stato scelto per essere conservato nel National Film Registry della Biblioteca del Congresso degli Stati Uniti

23 - Il film doveva chiamarsi inizialmente Blood & Steel. Successivamente la Warner Brothers lo reintitolò come Han's Island, ma Lee fece pressioni in qualità di coproduttore (con la sua Concord Production) affinché il titolo divenisse Enter the Dragon (che era stato a sua volta il titolo al quale Lee aveva pensato per il suo precedente The Way of the Dragon, noto in Italia come L'urlo di Chen terrorizza anche l'Occidente, del 1972).



24 - Recentemente, per il 40ennale della pellicola, ne è uscita una versione rimasterizzata in Blu-Ray con molti contenuti speciali. Ve la consiglio!

giovedì 5 dicembre 2013

Playstation 4 fever!



Playstation 4 è tra noi, e ha fatto davvero il botto; uscita il 29 novembre già al lancio trovarla in qualche centro commerciale era un'impresa degna di Indiana Jones, visto che le console sono state vendute tutte su prenotazione, figuriamoci nella data odierna. Infatti pare che la nuova macchina dei sogni targata Sony abbia già superato le 2 milioni di unità vendute, bello che sino ad ora è uscita "solo" in America ed Europa, manca ancora il mercato più forte, ossia il Giappone, dove uscirà il 22 febbraio.

Dati alla mano, la nuova console Sony ha tutte le carte in regola per diventare un must. Tecnologicamente molto avanzata, si stima sia circa 10 volte più potente di PS3, rispetto alle precedenti generazioni è più simile come architettura a un PC, niente strani processori, niente colli di bottiglia, niente nuove tecnologie digitali, abbiamo una console pensata e fatta dai programmatori, creata prima di tutto per giocare, non a caso il motto di Sony al lancio è: "This is for the players", e si vede! Questa volta il costo della console è più abbordabile, PS3 all'uscita costava ben 599 € mentre PS4 costa 399 €. Siamo quindi di fronte alla console Sony di nuova generazione meno costosa di sempre. Ecco in parte spiegato il motivo di tanto successo, anche perché diciamolo, attualmente di games veramente "next-gen", ce ne sono sino a un certo punto, o meglio qualcosa, tipo Kill Zone e poco altro, ma secondo me ancora il gioco non vale la candela, tanto più che su PS3 stanno uscendo ancora tanti titoli interessanti.

La console si presenta esteticamente in un modo molto accattivante, ha una forma moderna e riesce a essere sottile nonostante contenga anche il trasformatore e un hardware di tutto rispetto; in particolare amo la chicca della barra luminosa che delimita la scocca dalla parte lucida a quella opaca e che ci avvisa quando la macchina è accesa, in standby o ha dei problemi cambiando colore. Il controller, detto anche Dualshock 4, è stato decisamente migliorato, più leggero, più ergonomico, a ora maggior "grip", con touch screen nella parte frontale, molto carina la chicca dell'uscita audio incorporata, indi alcuni effetti, di solito vocali, possiamo sentirli direttamente dal joypad, poi ci si può collegare il jack per ascoltare direttamente la musica dal pad oppure per parlare con gli altri giocatori o per impartire comandi vocali alla Playstation; unico neo, la batteria dura circa la metà del precedente Dualshock, a causa probabilmente del led presente nella parte frontale.


Il menù del sistema operativo è stato snellito, e ricorda molto quello del PSN, è molto veloce e reattivo. Il tempo di installazione dei giochi è veramente molto veloce, al di là delle mie più rosee aspettative. Nota di demerito per i Blu-ray 3D, al momento non supportati dalla console, ma spero in un prossimo aggiornamento.
Ok, non è mia intenzione in questo post parlare troppo delle specifiche tecniche, non è certo il mio ambito, né mio interesse, ci sono altri siti per questo.
Sono rimasto un po' basito in questi giorni osservando il web, e la situazione che si è creata intorno a questa nuova console. Capisco che l'abbrutimento umano sia arrivato a livelli considerevoli, ma devo dire che c'è sempre da stupirsi in negativo. Ho saputo che, nella tanto rigorosa Svizzera, c'è stata una rissa per accaparrarsi la nuova console Sony, se non mi credete vi posto il link alla notizia: QUI
Anche in Italia ci sono stati vari tafferugli, tanto che oggi un commesso di Auchan mi ha confidato di temere di "prenderle" , ma dico prenderle per una console?? Anche no.
Nella tanto lodata Germania ci sono stati deliri di massa collettivi proprio nel day one, vi posto un video, tanto per:


A parte l'organizzazione che manco Topo Gigio davanti al formaggio, ma si possono vedere certe scene?



Vabbé, a parte queste mie considerazioni, direi che Playstation 4 ha tutte le carte in regola per dare del gran filo da torcere alla concorrenza, ora vedremo se sarà un fuoco di paglia o cosa, visto che poi penso che siano le esclusive a fare la maggior parte del lavoro, ma su questo lato ho pochi dubbi perché gli studi interni Sony fan veramente paura. Consiglio in ogni caso di aspettare a comprare questo nuovo feticcio tecnologico, a parte la frenesia attuale che c'è, vi risparmiate lo stress per cercarla, e ora non c'è nemmeno tantissimo a cui giocare e quindi a meno che non siate veramente appassionati direi che si può benissimo attendere sino al nuovo anno... scritto questo... dov'è cavolo è la mia PS4?



Aggiornamento: mi è arrivata in 24 ore grazie al sito di Gamestop, veramente veloci, ve lo consiglio!

mercoledì 27 novembre 2013

Tributo ad Anna Marchesini



"Sono ghiotta, sono obesa di vita, ne sono così interessata che me ne interessa anche la morte"




Posso dire di essere cresciuto con gli sketch del Trio, e Anna Marchesini rappresenta per me una delle donne più ironiche che abbia mai potuto vedere, un'ironia mai volgare, e un esempio di persona veramente eccezionale. Voglio dedicarle questo post, so che la vita non è sempre stata clemente con lei, e la voglio ringraziare per la dignità che dimostra nell'affrontare le difficoltà; il suo sorriso, il suo carisma, la sua forza, la sua arte, sono un esempio in una società dove tutto viene mercificato, dove l'apparire e la superficialità la fanno da padrona.

Vi ricordo che da poco è disponibile il nuovo libro di Anna Marchesini  "Moscerine"  e che sul suo sito potete avere una lista degli ultimi incontri disponibili con l'artista: http://www.annamarchesini.it/

Vi lascio con un po' di video di Anna da sola e con i grandi Massimo Lopez e Tullio Solenghi
Buon divertimento!








Edit del 1 agosto 2016:  Ciao Anna, grazie di tutto!

domenica 24 novembre 2013

Due anni senza mamma




Cara mamma, oggi sono due anni che hai lasciato questa terra. Ricorderò sempre l'ultima volta che ho potuto parlarti, anche in un letto di ospedale ti preoccupavi di me, del mio viaggio per ritornare a casa.
Mi manchi, se potessi tornerei a quella sera e ti non ti lascerei più. Purtroppo non abbiamo mai avuto un rapporto facile, e soffro di ciò che non sono riuscito a darti quando era possibile, certo non era sempre semplice starti vicino, avevi un gran dolore dentro di te e ció si rifletteva anche nel tuo rapporto con l'esterno. Non sei mai stata capita e apprezzata in pieno, non hai ricevuto quanto hai dato e so che ciò ti ha dato grande frustrazione, spesse volte sei stata usata a causa della tua ingenuità, più cercavi di farti amare e meno ci riuscivi, più ti perdevi, quante similitudini abbiamo, più passa il tempo e più me ne rendo conto. Recentemente ho trovato il tuo diario, non c'è scritto altro che di papà; hai passato la vita inseguendo il suo amore, nonostante i vostri litigi non potevate vivere l'uno senza l'altro, spero che almeno ora siate insieme serenamente, che tu possa aver trovato la pace che la vita non ti ha dato.

Ciao mamma.




martedì 19 novembre 2013

David Bowie - Changes



Il buon David ha sempre una risposta giusta per tutto. Negli ultimi anni la mia vita è molto cambiata, sin troppo direi, e il difficile è adattarsi ai cambiamenti, infatti la mia bruttura è che rimango sempre troppo uguale a me stesso... e invece no, bisogna sempre cambiare, cambiare punto di vista, cambiare sé stessi, cambiare vita, cambiare attitudini, imparare dai propri errori, altrimenti come sopravvivi? Siamo figli delle nostre esperienze e in qualche dobbiamo evolvere, altrimenti a che serve stare al mondo?

Dai, ce la farò, vero Ruggè?



Vabbè, un po' di autoironia ogni tanto non guasta. Andiamo alla canzone, una delle mie preferite di David Bowie, Changes, spettacolare brano contenuto nell'immortale album Hunky Dory del 1971.
La dedico a me e a tutte quelle persone che stanno cercando di attuare un cambiamento nelle loro vite, in se stessi, che sia di buon auspicio. Vi lascio con la traduzione del testo e a un video con le lyrics originali:


MUTAMENTI

Non so ancora cosa stavo aspettando 
E il mio tempo passava irruente 
Un milione di vicoli ciechi 
Ogni volta che pensavo di avercela fatta 
Sembrava che il sapore 
non fosse così dolce 
mi sono voltato per guardarmi 
ma non ho colto il minimo accenno 
di come gli altri vedono uno che finge 
sono troppo veloce per quella prova 
M-m-m-m-mutamenti 
(Girati e affronta lo straniero)
M-m-mutamenti 
Non voglio essere più ricco 
M-m-m-m-mutamenti 
(Girati e affronta lo straniero) 
M-m-mutamenti 
Devo solo cambiare identità 
Il tempo può cambiarmi 
Ma io non posso inseguire il tempo.
Guardo i vortici che cambiano forma 
Senza lasciare mai la corrente 
Di calda precarietà e 
Così i giorni scorrono attraverso i miei occhi 
Ma sembrano sempre uguali 
E questi bambini su cui sputi 
Mentre cercano di cambiare il loro mondo 
Sono immuni ai tuoi consigli 
Sanno bene quello 
a cui andranno incontro 
M-m-m-m-mutamenti 
(Girati e affronta lo straniero) 
M-m-mutamenti 
Non dire loro di crescere e di piantarla 
M-m-m-m-mutamenti 
(Girati e affronta lo straniero) 
M-m-m-m-mutamenti 
Dov'è la tua vergogna 
Ci hai lasciati dentro fino al collo 
Il tempo mi può cambiare 
Ma tu non puoi inseguire il tempo. 
Strano fascino che mi affascina 
I mutamenti seguono 
il mio ritmo 
M-m-m-m-mutamenti 
(Girati e affronta lo straniero) 
M-m-mutamenti 
Guardate fuori voi che ballate il Rock'n'Roll 
M-m-m-m-mutamenti 
(Girati e affronta lo straniero) 
M-m-mutamenti 
Molto presto sarai 
un po' più vecchio 
Il tempo può cambiarmi 
Ma non riesco a inseguire il tempo 
Ho detto che il tempo può cambiarmi 
Ma non riesco a inseguire il tempo




A proposito di cambiamenti: scusate l'accostamento in un post in parte ironico, ma ci tengo ad augurare al popolo Sardo di uscire presto dall'immane tragedia che l'ha toccato in queste ore. Il mio pensiero va a voi. 

martedì 22 ottobre 2013

26 curiosità su Bram Stoker's Dracula





Un po' che non aggiorno il blog, indi cerco di recuperare con un post più succoso del solito.

Voglio parlarvi di uno dei miei film preferiti in assoluto, film che all'epoca a dire il vero mi entusiasmò sino a un certo punto, se non altro per la sua dicitura "Bram Stoker" e per non essere totalmente attinente al libro da cui prende spunto.
Il Dracula di Francis Ford Coppola è a tutt'oggi uno delle pellicole più belle e ispirate sul conte. Voglio quindi condividere con voi un po' di curiosità su questo cult anni '90:

1- Il film sforó nel budget indi alcune scene vennero girate al risparmio.
Vedi soprattutto la parte finale, dove vengono uccise le amanti di Dracula, le scena doveva essere più lunga ma la produzione non volle dare altri soldi.

2 - Sul set vi fu molta tensione, soprattutto tra Coppola e Gary Oldman. Cosa che si puó notare molto bene nel making proposto sia nel DVD che nel Blu-ray. Il modo di lavorare molto pignolo del regista non era ben accetto nemmeno da Hopkins che non era abituato a fare molte prove prima di andare in scena.

3 - Coppola cercó di cementare l'unione del cast, organizzando letture del libro originale, e alcune attività singolari che apparentemente apparivano un po' "folli", ma che contribuirono a creare molta vicinanza tra gli attori.

4 - Gary Oldman non si trovava a suo agio nell'armatura di Dracula, come si può osservare anche nei making del film ebbe varie difficoltà a finire alcune riprese, proprio a causa della scarsa comodità del costume. Ció nonostante la pellicola vinse un Oscar proprio per i migliori costumi (di Eiko Ishioka).

     


5 - A proposito dei costumi, ci sono dei rimandi a Gustav Klimt (vedi immagine sopra).

6 - Coppola voleva realizzare effetti speciali molto artigianali, per richiamare un certo tipo di cinema e per omaggiare il teatro. Inizialmente non fu soddisfatto del tecnico proposto dalla produzione, in quanto non in sintonia con ció che voleva rappresentare, fu il figlio dello stesso regista a sostituirlo e a soddisfare le richieste paterne.

7- In America quando mandano il film in tv spesso tagliano le parti di Renfield (Tom Waits), Coppola se ne lamenta nel commento presente nella versione Blu-ray.

8 - L'impatto iconografico che ebbe il film fu molto notevole, in qualche modo redifiní la figura del vampiro. Nel videogioco Konami,  Castlevania symphony of the night , vediamo Dracula rappresentato in un modo molto simile a quello proposto da Coppola. E no, non penso proprio sia un caso.

9 - La colonna sonora fu rappresentata solo da 3 pezzi orchestrali che furono variati per tutto il film.

10 - La pellicola fu girata tutta in studio.

11 - Coppola ha sempre avuto un legame particolare con il romanzo di Dracula, tanto che ai tempi del campeggio era solito organizzare letture del libro.

12- Si dice che sia stata Winona Rider a volere fortemente la parte e a insistere perché Coppola creasse il progetto.

13- Keanu Reeves si dice pentito di aver partecipato alla pellicola.

14- Ci furono varie polemiche all'uscita del Blu-ray, in quanto secondo alcuni non rispecchiava la qualità data dal formato e differenziava troppo dai colori proposti dalla versione DVD. In realtà pare che la versione BD sia la versione piú attinente a quella cinematografica uscita nel 1992.

15- Il flipper ispirato al film é tra i piú quotati e ricercati in commercio.

16- Coppola doveva dirigere anche il film Frankenstein di Mary Shelley , ma si limitó poi solo a produrlo.

17- Il film nasce principalmente per sanare le difficoltà finanziarie di Coppola e della sua società. Ci è decisamente riuscito.

18- Fu George Lucas a consigliare a Coppola di far tagliare la testa a Dracula da Mina nella scena finale del film. Inizialmente la scena finiva con l'uccisione del vampiro con la sola pugnalata al cuore.

19- Ci sono molte differenze con il libro, oltre ad aver aggiunto la storia d'amore tra Dracula e Mina, é stato stravolto il personaggio di Lucy, che nel libro non ha certo la voluttuosità che si nota nel film.
Anche Dracula/Vlad III, qui viene reso esplicito che siano la stessa persona, anche se è comune pensare che sia stata una grande ispirazione per Bram Stoker nel romanzo non viene palesato. Infatti il Dracula letterario ha ben poco in comune con il Dracula storico, considerato un eroe patriottico dai rumeni.

                   


20- L'idea delle ombre che spostano gli oggetti e hanno una vita propria, é un omaggio al Nosferatu di Murnau.
                                 
                   
                       

21- Il fumettista Mike Mignola realizzò sia gli storyboard che servirono per il film, sia la graphic novel ispirata alla pellicola.

22- Anthony Hopkins, oltre a interpretare un Professor Van Helsing sopra le righe e la voce narrante principale, lo si può notare anche all'inizio del film nel ruolo di un prete ortodosso rumeno di nome Cesare. Van Helsing quindi si suppone sia una reincarnazione del prete, proprio come Mina Harker si suppone sia la reincarnazione di Elisabeta (anche queste parti sono totalmente inventate rispetto al romanzo).

23- La pellicola é particolarmente amata dalle donne proprio per il suo lato chiaramente romantico.
                    
                               

24 - In una puntata dei Simpson il signor Burns è palesemente ispirato al Dracula di Coppola.

25- Nella parte di una delle concubine di Dracula appare una giovane Monica Bellucci, qui dà il meglio di sé, infatti non proferisce parola.

26- Nella famosa scena in cui Dracula "prende" Lucy per la prima volta, con audio italiano nella versione Blu-ray si sente il vampiro dire:"No, non guardarmi" in francese, errore che ci si porta dietro dalla versione "superbit" in DVD.

domenica 15 settembre 2013

Panasonic GT60 e Onkyo LS3100

Ho sempre avuto una passione smodata per il cinema, sin dalla tenera età. Ricordo che già da bambino andavo da solo nella sala della mia piccola città per immergermi in quella magia. Grazie a questo mi sono visto cose tipo E.T., La storia infinita, I Gremlins, La signora in rosso, Ghostbuster e tanti altri.

Nel tempo ho sempre conservato questo amore, e il mio sogno è sempre stato quello di avere in casa un impianto decente, così da ricreare, nel possibile delle mie possibilità economiche, un'esperienza che fosse in qualche modo fedele a quella che può dare il cinema.
Allora, prima di tutto sono partito dalla tv, dovevo cambiarla comunque. Ho fatto una lunga ricerca, non volevo un apparecchio che stupisse con colori sgargianti, volevo qualcosa che potesse ridarmi un feeling "cinematografico". Dopo lunghe e attente analisi, ho virato su un plasma. Inizialmente ero titubante, anche perché nei centri commerciali spingono sempre e solo i LED.
Alla fine la mia scelta è ricaduta sul Panasonic GT60. Sulla carta le caratteristiche per essere una signora tv ci sono, ma è stato un po' un salto nel buio, e i soldi in ballo non sono stati certo pochi.
Quando mi è arrivata la tv e ho messo su un Blu-ray, ricordo Django per la precisione, tutti i miei eventuali dubbi sono andati a farsi friggere. Ok, avevo cercato bene.

Non sono proprio la persona più adatta, indi non andrò più di tanto nelle specifiche tecniche.
Per mia esperienza, la maggior parte delle tv non hanno dei neri molto profondi, sul GT60 si va tranquilli da questo punto di vista, grazie all'infinite black pro i neri sono davvero belli da vedere.L'angolo di visione è rasente alla perfezione, l'unica cosa dove ho notato un po' di perdita è guardando la tv dal basso verso l'alto a distanza ravvicinata, ma un 50 pollici non lo guarderai MAI così, a meno che non si abbiano dei seri problemi al cervello, vero?
Per quanto riguarda definizione e contrasto, siamo ai massimi livelli. Consiglio di cercare on line qualche setting perché le impostazioni sono innumerevoli e se non si è avvezzi ci si perde davvero. In ogni caso anche le impostazioni di default sono molto buone, ci sono poi vari settaggi già pre impostati, che vanno dal cinema, al normale, al dinamico ecc. Stiamo parlando di una Smart tv, quindi wi-fi integrato.
Ci sono molte applicazioni già preimpostate, ma sinceramente quella che uso più spesso è quella di Youtube. Molto interessante l'interazione che c'è con gli smartphone e con i tablet, così da poter cercare un video sull'uno per poi vederlo sulla tv in tutta comodità. Esistono in commercio anche tastiere apposite da collegare alla tv, ma anche no. Ho provato a navigare in internet e la navigazione è piuttosto buona, anche se preferisco altri modi per stare in rete. Ci si può collegare un Hard-disk esterno così da registrarci sopra i propri programmi preferiti, oppure caricare film da vedere direttamente sul pannello.
Parliamo poi del 3D, in dotazione vengono forniti due occhiali, con modalità di visione attiva. Quindi ci viene restituita un immagine a 1080p. La cosa vantaggiosa è che la qualità del 3D è davvero molto buona, non si perde in definizione, a differenza degli occhiali cosidetti "passivi", la cosa svantaggiosa è il peso leggermente maggiore degli occhiali, anche per il fatto che contengono una piccolissima pila, della durata di circa 70 ore di visione. Il telecomando in dotazione è perfettamente integrabile con le periferiche attaccate alla tv, vedi nel mio caso PS3. Che altro scrivere, ci sono molte feature che non credo userò mai, vedi Skype tanto per dire, già non lo uso sul pc, figuriamoci sulla tv!

In definitiva posso dire che il mio sogno di bambino, in qualche modo è stato realizzato. Questo Panasonic, per quanto mi riguardo non ha praticamente difetti, anche la famosa ritenzione dell'immagine che tanti temono, mi sembra stata decisamente risolta. Ovviamente il massimo della qualità la si ottiene guardando film in Blu-ray, infatti sto cercando di farmi una discreta collezione.

L'unica cosa, con il tempo mi sono accorto che le casse, seppur buone, non restituiscono il feeling che cerco. Inizialmente ho pensato di farmi l'audio 5.1, ma veramente un macello di cavi in giro, e alla fine ho optato per un dignitoso 2.1. Anche qui ho fatto varie ricerche, e alla fine mi sono preso le Onkyo LS 3100.
Prima di tutto suonano molto bene, hanno il subwoffer che gira in wi-fi, indi anche un cavo in meno per casa, secondariamente c'è la funzione bluetooth, ci si collega ipod senza problemi. Funzione non presente su impianti ben più costosi e blasonati. Vi consiglio caldamente questo sistema se non volete spendere gran cifre. Il suono è bello caldo, e ampio. L'unica cosa, non c'è un equalizzatore. Si va molto a orecchio e ci sono due funzioni, una più adatta alla notte, e una decisamente più avvolgente.

Questo è il mio piccolo angolo ora, nell'attesa di posizionare le casse in un modo migliore:




Scrivo questo post per condividere la mia piccola soddisfazione nell'essere riuscito ad avvicinarmi al sogno di quando ero bambino, e anche nella speranza di poter dare un buon suggerimento a chi sta cercando di cambiare la tv di casa e magari cerca un prodotto di un certo livello.

Vi lascio alcuni video per approfondire meglio le caratteristiche dei prodotti che vi ho presentato:





mercoledì 4 settembre 2013

CHANGE!! SHIN GETTER ROBOT - L'ULTIMO GIORNO DEL MONDO



Uscito in VHS ormai molti anni fa, CHANGE!! SHIN GETTER ROBOT - L'ULTIMO GIORNO DEL MONDO, va a colmare una grave mancanza nel mondo DVD/Blu-ray nostrano. Opera molto amata, e tra le migliori dell'era recente Nagaiana, che vede al timone anche il compianto Ken Ishikawa.
Il cofanettto di cui vi parlo, è già disponibile, contiene tutti i 13 episodi della serie ed è veramente appetibile!
Package molto elegante e curato, contenente 3 dischi; solo con la prima tiratura abbiamo inoltre un booklet esclusivo di 22 pagine con schizzi preparatori, sinossi di tutti gli episodi e bibliografia completa di tutto l'universo Getter + 3 maxi card esclusive.

Stiamo parlando di un anime di pregevolissima fattura, potente, dinamico, con una storia complessa e adulta; con musiche orchestrate magistralmente e molto coinvolgenti.
Per capire l'impatto "storico" che ha avuto la serie, vi basti sapere che qui abbiamo l'esordio dello Shin Getter, robot amatissimo in tutto il mondo, e del Black Getter, altro mecha che ha riscosso un successo incredibile.
La qualità video proposta è molto buona, certo stiamo parlando di una serie che esce in 4:3 per rispettare il formato originario, ma al di là di questo sono rimasto molto soddisfatto, almeno della versione Blu-ray che ho potuto testare, ma a quanto so anche la versione DVD fa il suo lavoro.
Da notare che il doppiaggio è quello storico, indi eccezionale, in più mixato e migliorato per renderlo nel migliore dei modi. Altra cosa molto interessante è che sono stati aggiunti dei sottotitoli il più fedeli possibile ai dialoghi originali, indi questo va colmare alcune lacune dell'adattamento nostrano di ormai 15 anni fa.


Questo cofanetto è un acquisto impriscindibile per tutti gli amanti dei mecha di Nagai, l'edizione definitiva di un'opera a cui finalmente si rende giustizia nel migliore dei modi.
Yamato video ci sta veramente viziando in questo periodo con annunci e uscite che stanno rivoluzionando il mercato. Vi consiglio quindi di tenere sempre d'occhio la pagina facebook ufficiale di Yamato, che potete trovare a questo indirizzo: qui

Vi lascio con il trailer. Buona visione:



Info DVD: qui

Info Blu-Ray Disc: qui

mercoledì 21 agosto 2013

5 centimetri al secondo



No, non è un titolo allusivo o malizioso,  il titolo di questo anime: "5 centimetri al secondo" si riferisce alla velocità con la quale cadono i fiori di ciliegio. Scusate ma visto la pesantezza del tema mi andava di sdrammatizzare un attimo.

Ho conosciuto questo bellissimo anime per caso, ieri sera mentre cercavo qualcosa da vedere sul tubo.
L'autore di cotanta perla visiva è Makoto Shinkai, qui cura regia, soggetto e sceneggiatura; artista a tutto tondo quindi, che riesce a toccare il tema della distanza tra le persone, dei rapporti umani, con una rara sensibilità. Certo il tutto è tipicamente nipponico, ma credo che molti si possano rivedere in questo cartone.

Da wikipedia apprendiamo che il film in Italia è stato presentato durante il Future Film Festival 2008 e ha vinto il Lancia Platinum Grand Prize, ovvero il premio per il miglior lungometraggio d’animazione o con effetti speciali, «per la capacità di coniugare poesia, arte e perizia tecnica, disegno animato e nuove tecnologie, una storia emozionante e profonda ad una maestria esemplare di regia, dove ogni elemento strutturale del film, dalla sceneggiatura fino al montaggio, ci comunica grande professionalità e forte ispirazione»

Tecnicamente siamo di fronte a un esempio raro di maestria, veramente una gioia per gli occhi. Forse il character design è un po' semplice, ma trovo sia molto funzionale. I tempi sono piuttosto dilatati, tipico di molte produzioni orientali; a me personalmente non infastidisce, ma potrebbe annoiare uno spettatore non portato per questo genere di produzioni. Mi ha stupito il realismo di fondo di questo anime, non fa assolutamente sconti, non racconta favole.

Il film lo potete trovare sia in Blu-Ray che DVD, in Italia è stato edito dalla casa di produzione francese KAZE. Devo dire ottimo lavoro di doppiaggio, nonostante le controversie che hanno colpito questa società negli ultimi tempi.

A seguito vi propongo il film per intero direttamente dal tubo, giusto per presa visione, poi mi raccomando supportiamo sempre le opere e compriamo originale.





mercoledì 31 luglio 2013

Visita al San Carlone





Proprio ieri sono stato ad Arona. Già che c'ero, memore dei racconti dei miei genitori, sono andato a far visita alla statua dedicata a San Carlo.

Voi penserete, anche giustamente, e 'sti caxxi non ce li mettiamo? Ma dovete sapere che non mi ero documentato a riguardo, immaginavo una scultura alta, ma non ciò che si poteva fare, ciò salirci dall'interno, un po' come succede con la Statua della Libertà, tra l'altro ispirata tecnicamente a questa dedicata a San Carlo.

Stiamo parlando di una struttura alta complessivamente 35 metri, più di 20 metri solo la statua!

Questo disegno, mostra molto semplicemente l'interno della scultura, solo che tutto quello spazio non esiste, inutile dirvi che la cosa mi ha affascinato molto:





Allora, ieri non so come cavolo mi è preso, ma ho fatto dei video della mia esperienza. Purtroppo video veramente infimi, tra l'altro mi sono dimenticato di tenere l'ipod per il verso giusto, indi non badate alla qualità. Spero vi facciano divertire, il mio intento non è stato certo di farci una roba seria eh.

Vabbè, bando alle ciance e che il mio sputtamento abbia inizio:


 
Arrivato alla base della statua, ho avuto modo di parlare con l'addetto alla sicurezza, ho dovuto tagliare parti della conversazione perché non riuscivo a trasportarle via email su questi lidi, (se riuscirò a rimediare alla cosa ve lo posterò intero). Comunque sia, è stato divertente e lo ringrazio per la sua gentilezza:




Ok, il seguente video è veramente una ciofeca visiva (non che gli altri non lo fossero) però a me diverte:



Questa foto rende bene l'idea della scalata che bisogna fare per arrivare alla testa di San Carlo:



Arrivato in cima:



Questo è il video "finale". Ne avevo fatti altri, ma anche no, l'auto sputtanamento direi che basta:




Particolare del volto di San Carlo dall'interno:



Allora, ho lavorato sul Duomo di Milano per molto tempo, sono abituato alle altezze, però non sono molto avvezzo agli spazi stretti. Tra l'altro non è che ci sia tanta sicurezza, ok, per fortuna ci sono telecamere in ogni dove, ma l'imbracatura è opzionale, e la salita non è semplicissima, un anziano non credo ci salirebbe facilmente (non fate battute) e i bambini possono salirci solo sopra ai 6 anni, ma se anche avessi un figlio di 7 anni col caspio che lo farei salire su questa bella statua.

Detto questo, mi sono divertito assai, indi se capitate dalle parti di Arona, e volete fare qualcosa di originale, salite sul monumento di San Carlo, e salutatemi tanto l'omino che ci sta sopra.... magari fatemi sapere anche come si chiama, mi sono proprio dimenticato le buone maniere.


Alla prossima!

venerdì 19 luglio 2013

Depeche Mode - San Siro 18/07/2013



Ne ho viste di cose fighe, ma il concerto di ieri sera si piazza sicuramente nella mia personale top.

I Depeche Mode a San siro sono stati una grandissima emozione, non mi aspettavo nemmeno io di esserne così coinvolto. Contando poi che avevo visto Michael Jackson nel '97 nella stessa cornice, il mio pensiero è stato volto a lui, almeno inizialmente, al primo impatto, poi sono arrivati Dave Gahan e soci sul palco e han spazzato via tutti i miei timori.

Devastanti, a dir poco, una scaletta praticamente perfetta. I DM hanno reso giustizia alla figura della rock band, si sono dimostrati all'altezza della loro fama, anzi, hanno superato le mie più rosee aspettative, anche se avevo visto già dei loro live, vederli dal vivo è altra cosa. In particolare proprio Gahan mi ha stupito, una voce quasi sempre perfetta, e una padronanza del palco che ho visto poche volte nella vita.

Due ore e mezza di puro orgasmo musicale, non so come altro definire ciò che ho potuto vedere ieri.

Non si sono mai risparmiati, anzi! Inizialmente una versione di Welcome to my world, diversa dal disco, molto molto bella, poi lentamente, presi per mano, Angel, Walking in My Shoes, la meravigliosa versione acustica di Home che mi ha letteralmente rapito... sino ai pezzi immancabili come Enjoy the Silence e Personal Jesus.
Per onore di cronaca vi posto la scaletta completa del concerto, e che scaletta:

Welcome to My World
Angel
Walking in My Shoes
Precious
Black Celebration
Policy of Truth
Should Be Higher
Barrel of a Gun
Higher Love
Shake the Disease (Acustica)
Heaven
Soothe My Soul
A Pain That I’m Used To
A Question of Time
Secret to the End
Enjoy the Silence
Personal Jesus
Goodbye
Home (Acustica)
Halo
Just Can’t Get Enough
I Feel You
Never Let Me Down Again


Trentatré anni di carriera e non sentirli questi Depeche Mode, anzi, l'esperienza li ha fatti sempre più grandi e ha esteso il loro pubblico formando una fan base ormai indissolubile. Infatti una delle cose che più mi ha colpito osservando intorno a me è stata l'estrema varietà del pubblico, dalla ragazzina, alla signora di mezza età... sessanta mila persone unite da un solo battito, da un solo colore, dalla musica.

Ricordo che i DM saranno domani sera allo stadio Olimpico di Roma, se siete da quelle parti vi consiglio di non lasciarvi sfuggire una tale occasione, non ve ne pentirete!




Un grazie particolare a Rossella per avermi accompagnato in questa bellissima avventura. 

martedì 16 luglio 2013

L'uomo D'acciao vs Pacifc Rim: Il confronto che non ti aspetti







Ho sempre adorato Superman, e ho sempre desiderato vedere un film che rendesse finalmente giustizia a un personaggio difficile da trattare al cinema, soprattutto in tempi recenti, lasciando stare le epocali pellicole con Reeves, sono veramente tanti anni che non esce un film sull'azzurrone come Dio comanda, indi quando ho saputo la notizia su Man of Steel sono andato in brodo di giuggiole.

Dall'altra parte abbiamo Pacific Rim, un film sui robottoni, il film che ho sempre desiderato che uscisse, nerdaggine pura. Perché gli accosto? Prima di tutto rappresentano due mie grandi passioni, secondariamente hanno intenti diametralmente opposti, seppur parlando entrambi di fantasia e intrattenimento, e sono, per me, la dimostrazione di come fare un film, e di come non farlo.

Andiamo con ordine, parliamo de L'uomo d'acciaio, il nuovo film di Zack Snyder - già autore di trasposizioni da fumetto, vedi 300 e Watchmen - prodotto e co-sceneggiato niente meno che da Christopher Nolan, il geniale autore dell'ultima saga su Batman. Cavolo le premesse per fare una figata atomica ci sono tutte. Sono state realizzate? Difficile rispondere, il film cerca di aggiornare le origini di Superman, ci riesce sino a un certo punto, cerca di dare un'impronta più realistica al tutto, ma a mio parere in questo fallisce clamorosamente. I buchi nella trama sono voragini, devi per forza soprassedere davanti a scelte che lasciano veramente straniti.

 L'inizio è tutto sommato buono, certo sa tutto molto di hi-tech e poca sostanza. La storia bene o male è sempre quella: abbiamo il pianeta Kripton vicino alla distruzione, abbiamo il padre di Superman, Jor-El, qui interpretato da un buon Russel Crowe, che cerca di convincere il consiglio del pericolo imminente che corre il pianeta, abbiamo il generale Zood che tenta un colpo di stato. Abbiamo più azione di ciò che ci si può aspettare, e tutto sommato la parte iniziale scorre bene, certo alcune cose mi hanno ricordato un po' Avatar, ma non stiamo a guardare il capello, chi non ha un drago volante in giardino? :)
 Jor-El, per salvare il suo pianeta dall'imminente distruzione, pensa bene di inserire i codici genetici della gente di Kripton dentro suo figlio, e di spedirlo poi lontano, sulla terra. Zodd, cerca di fermare la navetta che trasporta il piccolissimo Kal-El, ma fallisce miseramente e viene anche condannato all'esilio. Poco dopo il pianeta implode, e Superman arriva così sul nostro pianeta.
Uh, l'inizio mi è anche piaciuto, anche alcuni salti temporali sono belli a livello di sceneggiatura, certo lasciamo perdere i dialoghi tra il giovane Clark Kent e il padre adottivo, qui interpretato da un Kevin Costner piuttosto imbolsito. Una delle scene che ho trovato più ridicole, è proprio la morte di quest'ultimo, se proprio proprio bisognava farlo morire forse era meglio il solito infarto, ma vabbé... il succo è, difendere la propria identità aliena ad ogni costo, il diverso fa paura, l'umanità non è pronta per un simile evento, certo sino a quando il redivivo Zodd non decidere di invadere la terra e di chiedere in riscatto Superman, altrimenti ce fà saltà a tutti.

Quello che mi ha deluso particolarmente in questo movie è la mancanza di una coerenza narrativa, si cerca di fare il filmone serio, dark, credibile, e poi ci sono cazzate ad ogni dove.
A questo punto mi guardo Iron Man, che almeno non vuole rendermi per forza credibile che un uomo ultra milionario se ne possa andare in giro con una cavolo di armatura rosso e oro. I film Dc hanno preso decisamente una piega diversa rispetto a quelli Marvel, questi ultimi molto più scanzonati, con poche pretese di realismo, più leggeri.
Se mi fai un film, dove vuoi essere a tutti i costi realistico, bé, mi aspetto di vedere qualcosa di vagamente credibile, ok che parliamo di un tizio che viene da un altro pianeta, che ha super vista, eccetera, però... babba bia. Le reazioni dei personaggi sono piuttosto monocorde, si cerca di citare l'ottimo Batman Begins, ma non ci si riesce. I pretesti narrativi sono labili, le motivazioni dei personaggi pure.
Qualcuno mi spiega che senso ha che Zood voglia Lois Laine e la sbatta direttamente nel pannello di controllo della sua nave per tenerla prigioniera? E il vero padre di Superman, ok gli ologrammi e tutto, ma non interagisce un po' troppo con la "realtà" per essere una sorta di entità fittizia? E 'sto cacchio di Kevin Costner che me muore per salvare un cane e che a un certo punto del film dice al figlio adottivo che è meglio sacrificare la vita di decine di persone piuttosto che rilevare la sua natura aliena? E il finale? Mh, il finale, un delirio narrativo! E quella cavolo di astronave che trovano sepolta nei ghiacci? Viene da Kripton, ha non si sa quanti milioni di anni ma riesce a interagire con strumenti Kriptoniani recenti... e Superman come scopre di questo aggeggio iper tecnologico? Tramite dei militari che al bar parlano di segreti di stato come se parlassero dell'ultimo tatuaggio di Belen. Vabbè...
Cosa mi è piaciuto... il costume, anzi i costumi, molto belli, i combattimenti, un po' Dragon Ball, un po' lunghi forse, ma belli da vedere e molto cattivi. La parte sull'infanzia di Clark, bellina, anche nel finale alcune scene molto suggestive. Le scene di volo, devo dire alcune molto belle. Henry Cavill, tutto sommato non è malaccio, certo non è un Superman molto carismatico a mio avviso, ma tutto sommato si salva abbastanza. La fotografia, gli effetti speciali, bé, certo su questi lati è difficile dire qualcosa di negativo, e vorrei anche vedere, anche se non mi hanno poi stupito.
Dimenticavo, le musiche di Hans Zimmer, belline, ma non memoraibili di certo, non te ne rimane in testa mezza, ha fatto giusto il suo lavoro, il main team di Williams rimane imbattibile. Quindi ricapitolando, il film è decente, ma a mio avviso non rispetta molto lo spirito originario del comics, non ci ho visto particolare amore verso il personaggio, si vuole per forza fare i realistici e poi si scrivono sceneggiature che lasciano veramente il tempo che trovano. Non lo boccio in toto come progetto, sia chiaro, ma non mi ha lasciato molto. Rispetto alle sue premesse mi ha decisamente deluso. Troppo ampolloso, si prende troppo sul serio anche quando non è il caso e non è riuscito a emozionarmi.

Andiamo a Pacif Rim:

Il film è un grandissimo omaggio del regista, Gulliermo Del Toro, all'animazione giapponese, da Evangelion che è pesantemente citato, ai vari Nagaiani. Abbiamo dei mostri enormi, parenti dei dinosauri, chiamati Kaijū, che tramite un portale interdimensionale nel bel mezzo dell'Oceano Pacifico, riescono ad accedere al nostro pianeta. Invasi da questi orribili mostri, i terresti decidono di costruire degli imponenti robot umanoidi, detti Jaegers. Per guidare questi meravigliosi mecha bisogna essere generalmente in due, e collegarsi reciprocamente a una rete neuronale, che permette così di sincronizzarsi (Evangelion?) con l'altro pilota e con il robot. Basta, questa è la trama in soldoni.

Questo film visivamente è eccezionale, davvero una grandissima goduria, non so come altro definire ciò che ho visto in sala. A dir poco esaltante. Una di quelle poche pellicole che consiglio veramente di vedere in 3D, cosa che farò sicuramente quando uscirà il Blu Ray dedicato. La trama è abbastanza risibile, i personaggi non sono più di tanto approfonditi, è tutto pieno di stereotipi, ma non è questo il punto, è solo un pretesto per far macello.
Abbiamo l'eroe dal passato tormentato, abbiamo l'eroina che cita pesantemente Rei Ayanami, con tanto di rapporto con una sorta di padre adottivo molto forte. Abbiamo gli scienziati mezzi pazzi, che strizzano l'occhio a quelli visti nei vari Anime, riuscendo spesso a strappare un sorriso.
La trama è veramente marginale in questo film e si capisce che non era negli intenti di Del Toro di avere pretese diverse da quelle mostrate.
Pacific Rim è il sogno realizzato per tutti gli appassionati di robot et simili, una nerdata pazzesca! Qui veramente si spegne il cervello, lo si mette in folle e si gode! Punto e basta.
Cazzarola, non ci sono pretese forzate. I combattimenti sono molto belli anche se in alcuni punti, un poco confusi, e danno davvero la sensazione della potenza di queste enormi macchine, con tagli registici davvero interessanti.
Tra gli attori, mi ha colpito Rinko Kikuchi, ma direi che in generale tutto il cast fa il suo dovere, funzionale alla pellicola.
Menzione in particolare per i bellissimi mecha, non solo dei robot, ma anche delle armature, veramente belle da vedere, molto cyberpunk.

Questa è un'opera che gioca con le citazioni, con gli stereotipi del genere, dove addirittura le onde del mare nei combattimenti marini ricordano l'arte di Hokusai. Una sorta di sentito omaggio verso l'animazione robotica giapponese.
Forse, uno degli appunti che posso fare è sul finale, avrei osato di più, l'ho trovato un po' tirato per i capelli.

Mi soffermo un attimo agli effetti visivi, che sono davvero devastanti. Anche se non sembra molte cose sono state ricostruite sul set, cosa che purtroppo accade sempre meno. Per approfondire la cosa vi linko un video esplicativo: qui

I due film del momento hanno dietro motivazioni opposte, ma mentre uno fallisce clamorosamente cercando di rendere per forza credibile e dark Superman, l'altro diverte, intrattiene, fa il suo dovere, non si prende inutilmente sul serio.
Ciò non significa che penso che non si potesse fare un film sull'Azzurrone con tematiche più adulte, ma che andavano affrontate meno superficialmente. Questa fissa di rendere tutto serioso da parte della DC, per quanto possa essere interessante perché differenzia dai prodotti Marvel, se non ben gestita rischia di risultare forzata, ridondante, goffa suo malgrado.

Pacif Rim è il classico movie che va vissuto, non pensato. Un po' trashone, un po' casinista, un po' disaster, un po' monster. Un vero ritorno anche di un genere che si stava via via perdendo.
Spero quindi di vedere più progetti pensati per divertire il pubblico, più sottilmente intelligenti di quello che sembrano al primo approccio.

Un grande plauso a Del Toro, per il coraggio mostrato nel portare in sala un tema che non ha mai solleticato nessun produttore americano, almeno sino ad oggi, e per essere riuscito non solo a fare un discreto pieno al box office, ma anche, e soprattutto, a divertire.

lunedì 8 luglio 2013

Milano Manga Festival



Finalmente Milano si fregia di un grande appuntamento per tutti gli amanti dei manga.

Il Milano Manga Festival percorre ben 200 anni sull'arte del fumetto giapponese. Evento unico e raro in Italia. Avete ancora tempo sino al 21 luglio per visitare questa eccezionale mostra che ha visto tra i partecipanti autori del calibro di Yoichi Takahashi, autore di Captain Tsubasa (meglio noto in Italia come Holly e Benji), e sino a ieri di Yoshiyuki Sadamoto, character designer di opere come Nadia - il mistero della pietra azzurra ed Evangelion.

Proprio nella giornata di ieri sono andato a visitare questa mostra, alla Rotonda di via Besana a Milano.
Sono rimasto piacevolmente colpito dallo spazio espositivo, molto vario e ben distribuito, con delle parti interattive molto carine, in particolare mi riferisco alla sezione su Captain Tsubasa. La retrospettiva sui maestri giapponesi, in particolare su Osamu Tezuka mi è piaciuta molto, con tanto di riproduzione del loro tavolo di lavoro. Certo le immagini a video, erano un po' brevi, ma molto interessanti. Gli autori esposti sono veramente tantissimi.
Ieri era l'ultimo dei "Sadamoto Days", indi ho potuto seguire l'intervista al maestro da parte del pubblico. Devo dire che mi ha colpito molto la sua estrema umiltà, timidezza e gentilezza, ha sempre articolato risposte molto lunghe, non si è risparmiato anche nella sessione di autografi, evento al quale non sono riuscito a far parte, bisognava prenotarsi prima e non era manco detto di riuscire a essere in lista; certo mi rimane il rammarico di non averci provato.
Segnalo inoltre la presenza del book shop di Yamato, molto interessante, infatti vi ho trovato un art book che cercavo da secoli, e soprattutto ci sono i prezzi scontati in occasione della mostra, il che direi che non guasta mai.

L'unica nota negativa dell'evento è stato il caldo soffocante, soprattutto nella parte iniziale dove la calca era maggiore, ma una cavolo di aria condizionata no? :)

A parte questo ringrazio l'amministrazione comunale di Milano per aver contribuito a dar vita a un'esposizione tanto bella quanto inedita nel nostro paese. Eventi tali finalmente tolgono dai propri polverosi ghetti opere di tutto rispetto sin troppo bistrattate nel nostro bel paese, sino a non molto tempo fa.

Vi lascio a un approfondimento molto esaustivo sul Milano Manga Festival:
QUI

Infine un po' di foto sparse:


















giovedì 27 giugno 2013

The Last of Us

Nonostante negli anni abbia giocato a titoli molto meritevoli è tanto che non scrivo di videogiochi, ma questa volta è diverso, questa volta non ne posso fare a meno.
Straordinario, emozionante, coinvolgente, sono le prime parole che mi vengono in mente quando penso a The Last of Us, il nuovo lavoro dello studio Naughty Dog in esclusiva per Playstation 3.

Gli autori di Uncharted sono riusciti a superarsi, ebbene si, hanno creato qualcosa che resterà negli annali dei videogiochi e che ha saputo emozionare anche una vecchia volpe videoludica come me.

Ma andiamo con ordine: The Last of Us, ha avuto una lunga gestazione, almeno 2 anni, in cui si sono avvicendate idee, sono cambiati vari fattori, sono state limate parti, personaggi, tutto, in modo da realizzare il gioco migliore possibile, o meglio, ciò che è stato possibile fare con un hardware per molti morto tecnicamente, visto l'imminente arrivo di Playstation 4. Eppure, eppure ragazzi, ad avercene di console così "vecchie", se questi sono i risultati con 512 mega di ram, non riesco a immaginare cosa vedremo con gli 8 giga della next gen.

Ma qui si va oltre la mera potenza bruta della grafica pompata, che c'è eh, qui c'è una storia, una costruzione, idee.
Il plot è tutt'altro che originale, prende spunto da vari media, da Io sono leggenda, a The Walking Dead. Un virus proveniente da un fungo trasforma le persone in sorta di zombie, con varie fasi, la più acuta, è la più letale, per fortuna non permette alle creature di vedere.
Dopo un primo momento di smarrimento l'umanità si è suddivisa in ribelli, e in un corpo speciale denominato "Luci" (Lucciole in originale), gli unici, apparentemente, che vogliono mantenere l'ordine in tutto il caos creatosi.
In un mondo alla deriva, dove la violenza la fa la padrona, dove non esistono più ideali, dove tutto è morto, regolato dalla brutalità, troviamo Joel, un uomo con un passato tormentato, un mercenario, unito dal destino da Ellie, una quattordicenne con un grande segreto, forse l'unica salvezza dell'umanità.


La natura è l'unica cosa che riesce sempre a prevalere anche nelle situazioni più disperate, anche in un mondo alla rovina, post apocalittico. Infatti vediamo spesso vegetazioni sconfinate, boschi, palazzi in rovina con piante che ne lambiscono le strutture. Tutto deve tornare alla sua legittima proprietaria, la terra non ci è data che in prestito. Quasi da contraltare alla rudezza degli eventi, capita spesso di trovare dei tramonti stupendi, paesaggi evocativi, animali che ci aiutano i protagonisti a ritrovare il senso delle cose.

La cosa più bella di questo titolo è che non sembra di parlare di un videogioco, i personaggi paiono vivi, hanno un evoluzione, i loro rapporti cambiano, maturano, a volte spiazzano, ma rimangono sempre coerenti con le loro nature. The Last of Us, si svolge nell'arco di un anno, un anno in cui vedremo molte cose e ci sentiremo coinvolti in una storia, storia di un certo spessore e con un finale che lascia il giocatore quasi incredulo. Perché c'é da dirlo, nonostante la lunghezza del titolo, che finisce sicuramente al momento giusto, a me personalmente è arrivato un senso di vuoto, quasi come se quei personaggi mi mancassero, subito dopo i titolo di coda volevo rituffarmi nella magia di questo titolo.

Parliamo un po' del gameplay. Dimenticatevi le munizioni infinite dei vari titoli action, qui va tutto dosato, soprattutto se iniziate a livello difficile come me; stiamo parlando di un game con impronta survival, dove potremo affrontare sempre le situazioni in modo diverso, dove viene premiata la riflessione, a volte la fuga, e dove i novelli Rambo durano veramente poco. Inizialmente Ellie non ci aiuta più di tanto, ogni tanto distrae gli avversari, ma  andando avanti nel gioco interverrà sempre più in aiuto del giocatore.
Ho letto varie critiche alla scelta dei "Cagnacci" di rendere i nostri comprimari invisibili ai nemici, individuabili solo in date situazioni, bé, personalmente trovo sia stata una scelta molto azzeccata, giocare concentrati e farsi scoprire dai nemici per colpa dei partner di gioco sarebbe stato parecchio frustrante!



Questo gioco è violento, molto, non fa sconti, sia a livello di trama, che a livello di azioni. La sopravvivenza a ogni costo tira fuori il lato animale, il lato peggiore dell'animo umano. La violenza non è quasi mai gratuita, ma ti arriva spesso diretta, come un pugno nello stomaco. Anche le dinamiche trattate sono estremamente mature.
In sede di localizzazione ho notato alcuni errori nella traduzione tra l'originale e l'Italiano, ma devo dire che l'acting nostrano è davvero ottimo, un doppiaggio sentito, crudo, reale, tra i migliori mai sentiti in un'opera videoludica. Segnalo in particolare Lorenzo Scattorin nei panni di Joel, veramente molto bravo, ma ottimo quasi tutto il cast, anche Gea Riva nei panni di Ellie mi è piaciuta molto (al suo debutto in ambito videoludico). Certo poi l'originale rimane sempre più immersivo, ma possiamo essere più che soddisfatti del lavoro svolto.

Vogliamo parlare delle musiche? Opera di un certo Gustavo Santaolalla, già autore della colonna sonora di film come 21 grammi, e I segreti di Brokeback Mountain per cui ha vinto un Oscar, qui alla sua prima incursione nel mondo dei videogiochi. Questo avvicendarsi tra cinema e videogames ci fa capire l'estrema cura riposta nel titolo. Un gioco che ti entra dentro, che è come un viaggio, un bellissimo viaggio, in cui alla fine si sentirà sempre un vuoto, una mancanza, nonostante l'esperienza ci abbia appagato.

Il modo in cui recitano i personaggi, le situazioni, l'evolversi della storia, è qualcosa di inedito nel panorama videoludico, qualcosa che è destinato a lasciare il segno. Lo stato dell'arte nella cura dei dettagli, le mappe mediamente grandi (soprattutto rispetto a Uncharted), fanno di questo gioco un vero e proprio must. Onore quindi ai Naughty Dog per aver creato un titolo che rischia di diventare un punto di riferimento per tutta l'industria dell'intrattenimento.
Consiglio caldissimamente a tutti i possessori di Playstation 3 di comprare The Last of Us, un gioco che da solo vale la console, vale la passione di videogiocare.

Piccola nota curiosa di questi giorni: l'attrice Ellen Page si è rivista digitalizzata nei panni di Ellie, invero la somiglianza è molto marcata, e non ha molto gradito, anche perché il suo viso lo vedremo presto nella nuova opera di Quantic Dream, Beyond two souls,  altra esclusiva PS3.



mercoledì 19 giugno 2013

Il Corvo - L'edizione definitiva & incontro con James O'Barr




Non è semplice per me scrivere questo post, vuoi perché ho ancora un turbinio di emozioni dentro, vuoi perché è difficile mettere tutto per scritto, ma ci proverò.

Partiamo dall'inizio: Edizioni DB il 21 giugno farà uscire l'edizione definitiva del fumetto cult Il corvo di James O'Barr, facendo questo ha coinvolto l'autore in un tour in Italia che ha toccato, tra le altre città, Milano. Potevo farmi sfuggire l'occasione di incontrare il disegnatore di Eric Draven? Anche no!
Incontrando l'artista si poteva acquistare in anteprima la nuova edizione del comics book del Corvo.

Allora, parliamo di questa nuova stampa: premetto che è stato fatto un buon lavoro, carta molto buona, stampa decisamente migliorata rispetto alla prima edizione della General Press, traduzione rivista, e spero corretta. Ma c'è un ma, che ho notato quasi subito, alcune vignette sono tagliate, questo perché l'impaginazione è troppo a fil di pagina, e su questo devo veramente dare una tirata di orecchie alle Edizioni BD; non si può far uscire un fumetto tagliandone le vignette, anche se di pochi millimetri o centimetri, per me è un sacrilegio, spero che tengano tesoro di questo errore e che non ne ripetano di similari in futuro, in quanto trovo che l'arte vada tutelata nella sua interezza, è molto importante. Anche alcune scelte di lettering forse le avrei evitate, in modo da lasciare l'opera il più possibile simile all'originale, ma questi sono davvero sofismi e punti di vista, infondo è anche giusto che abbiano deciso di differenziarsi dalla vecchia edizione.

Voglio sottolineare che questa nuova stampa, è particolarmente succulenta perché presenta delle tavole nuove, mai viste, e aggiunte da O'Barr per completare l'opera, così come doveva uscire inizialmente, indi al di là delle mie considerazioni ve la consiglio caldamente.

Ora voglio parlarvi di ciò che mi ha veramente emozionato, cioè l'incontro con James O'Barr.
Quando ho saputo di questa occasione mi sono detto subito che dovevo portargli il mio vecchio disegno ispirato al Corvo, in particolare alla versione dell'indimenticabile Brandon Lee.
Così, fotocopie alla mano, perché l'originale l'ho regalato (un genio del male) mi sono recato verso la fumetteria Alastor, che ringrazio per aver dato a noi fans una tale opportunità.


Dedica per O'Barr



Sono arrivato in fumetteria verso le 18, compro la nuova edizione del Corvo, mi metto in lista per incontrare O'Barr, e poco dopo mi decido di andare in un bar, visto il caldo che mi stava lentamente sfinendo, a un certo punto chi noto vicino all'uscita nel'intento di guardare dei fumetti? Proprio lui, James O'Barr. A quel punto mi sono detto, ok, la sete può aspettare. Non l'ho disturbato, anche se la voglia di dargli il mio disegno e di stringergli la mano era tanta, ma sapevo che ci sarebbe stata possibilità dopo. Mi sono limitato a osservarlo.

Passa un'ora, che mi è parsa interminabile, nel frattempo O'Barr è uscito dal negozio, avrei potuto andare a dissetarmi, ma niente, ormai mi era passata la voglia. Arriva il momento fatidico, ci mettiamo in fila, la solerte Renee Witterstaetter, (agente dell'autore), ci dà tutte le istruzioni da seguire e noi le seguiamo diligentemente.

A un certo punto sento due mani sopra le mie spalle, come per spostarmi e un "excuse me", mi giro... O'Barr! Stavo infartando.
Casualmente sono riuscito a essere davanti al suo tavolo mente firmava instancabile gli autografi, anche se ho sentito un da lui sussurrato "i'm exhausting", dato il caldo infernale che regnava in quei pochi metri quadri, l'ho sempre visto molto gentile.
Cosa curiosa, a un certo punto arriva una telefonata, cercano O'Barr, e indovinate un po'? Era il regista del nuovo film del Corvo. E qui voglio aprire una piccola parentesi.
Quando ho saputo dell'intenzione di fare un remake della pellicola con Brandon Lee, mi sono detto subito che sarebbe stata un'idea pessima, a meno che di rispettare l'opera originaria in modo attento, allora si, poteva essere interessante, visto che il film di Proyas, per quanto bello, non ha poi tutti questi punti in comune con il fumetto. Vedere da vicino questa telefonata, leggere le ultime interviste di O'Barr, mi sta tranquillizzando, sono sicuro che si sta cercando di creare un prodotto che rispetti totalmente le aspettative dell'autore e che sta cercando di essere più attinente al comic book. Certo il peso del primo film è pesante, ma non voglio partire per forza prevenuto. Chiusa parentesi remake.


Arriva il mio turno, la prima cosa che faccio è consegnare a James O'Barr il mio disegno, al che mi ha ringraziato, un timido "oh, thank you" che difficilmente dimenticherò. Mi ha colpito poi la cura con cui ha messo via ciò che gli avevo appena consegnato... la dice lunga sull'umiltà di questa persona.
Arriviamo al momento più difficile per lui, capire il mio nome, nella mia dedica l'ho scritto, indi sicuro che l'avrebbe compreso non gli ho detto più di tanto, lui mi fa una domanda a riguardo, rispondo "yes", ma onestamente non riuscivo nemmeno a ricordarmi:"do you like it" riferito al mio disegno, figurarsi se avevo la lucidità per capire cosa mi stesse dicendo. Infatti come volevasi dimostrare la sua dedica per me parte con: "To Morna". Oh, ragazzi, Morna, anche se non è il mio nome esatto mi piace, e me lo tengo stretto!
Gli stringo la mano e lo ringrazio, lo ringrazio per la sua gentilezza, cosa che non ho visto fare da molti. Ho visto tante persone non dirgli assolutamente nulla, se non le indicazioni per l'autografo, quasi come se lui fosse una macchina, ciò mi ha colpito, anche perché quello che più mi è rimasto di O'Barr è la sua umanità, seppur in quei pochi attimi ho scorto un uomo timido, schivo, forse segnato da eventi che suo malgrado ha dovuto superare, ma che sicuramente lo hanno in qualche modo destabilizzato, sia nel bene che nel male.

Infondo se pensiamo alla genesi del fumetto, Il Corvo, nasce proprio da un momento di grande crisi dell'autore, aveva appena perso la donna che amava in un tragico incidente.

Spero di essere riuscito a comunicarvi un po' della mia emozione, del mio stato d'animo. Voglio ringraziare James O'Barr per non aver avuto nessun atteggiamento divistico, tra l'altro mi ha colpito molto che i suoi originali si potessero acquistare a prezzi piuttosto abbordabili.
Ringrazio Edizioni BD per aver portato in Italia un autore di culto e per aver ristampato Il Corvo.
Spero si capisca che le mie sono critiche costruttive e non certo distruttive, ci mancherebbe!

Vi lascio a qualche foto dell'evento:




Con il maestro O'Barr davanti ai miei disegni




Il suo autografo sul mio disegno



O'Barr intento a decifrare il mio nome per la dedica




Tentativo fallito. :)