mercoledì 25 gennaio 2017

Your Name.

 Intrappolati in uno strano sogno che sembra la vita di qualcun altro



Ieri sera sono riuscito ad andare a vedere un film di animazione che sta facendo molto parlare di sé, mi riferisco a Your Name. di Makoto Shinkai, regista di cui ho già avuto modo di parlare sul blog per il suo bel 5 centimentri al secondo.
L'incipit del film è piuttosto particolare, per questioni di tempo vi incollo il sunto di: mangaforever.net

Your Name (Kimi no Na wa) ruota intorno alle vicende di Mitsuha e Taki. Mitsuha è una ragazza liceale che sogna lo stile di vita di Tokyo, ma vive in una cittadina rurale in mezzo alle montagne insieme alla sorellina minore ed alla nonna.
Taki è un ragazzo liceale che vive proprio nel centro della grande capitale giapponese, e che, tra gli amici e la sua passione per l’arte, lavora part-time in un ristorante italiano.
Un giorno, Mistuha sogna di essere un ragazzo. Lo stesso giorno, Taki sogna di essere una studentessa licele di una città circondata dai monti, in cui non era mai stato prima. Cosa si nasconde dietro ai loro sogni?


L'idea di Makoto Shinkai, che anche qui cura la storia della pellicola, è molto ben congeniata, anche se a un certo punto del film pare essere in stallo, o meglio, lo spettatore è portato a pensare: "ma ora tutto qui? Finirà banalmente?" Tutt'altro, da metà pellicola in poi i colpi di scena non mancano, e anche se non siamo davanti a una sceneggiatura perfetta, il tutto funziona in maniera piuttosto solida e soprattutto non manca mai di coinvolgere lo spettatore, questo sino ai titoli di coda, e personalmente pure oltre.

Questa perla di animazione sta avendo un successo senza precedenti, in Giappone è tra gli incassi maggiori di tutti i tempi, quarto per la precisione, per quanto riguarda gli anime è dietro solo a La Città incantata di Hayao Miyazaki! Proprio questo accostamento ha messo in crisi l'umilissimo regista Shinkai, che ha addirittura invitato i fans a non andare più a vedere Your name. , a suo dire è troppo tutto questo successo, non lo merita; e posso capire che si senta caricato da tantissima pressione che non si aspettava di certo. Questo ci dà la misura della persona Shinkai, prima ancora dell'artista.
Addirittura quando si è ventilata la candidatura all'Oscar si è augurato di non vincere. In un mondo pieno di persone superbe senza arte né parte siamo davanti a un adorabile eccezione.

Questo film mi è entrato nelle ossa, ieri dopo la visione sono stato molto tempo come in trance, non mi capitava da non so quanto tempo. Alla fine della proiezione ho avuto l'impressione che tutti in sala condividessero con me questo stato, tanto che nessuno si è alzato nei titoli di coda, se non proprio verso la fine. Quest'opera parla al cuore delle persone, molti stanno cercando qualcosa, ci si sente orfani, spezzati a metà, e capita di domandarsi quale sia il nome che ci cambierà la vita. Quel nome che arriva sempre quando meno te lo aspetti. Il tema principale del film è proprio questa ricerca, la connessione che condividiamo tutti se non fossimo così presi da noi stessi per ascoltarla.

Visivamente siamo allo stato dell'arte, è tutto ricostruito in un modo a dir poco maniacale, devo dire che anche qui, come in 5 centimetri al secondo, non impazzisco per il chara design, molto funzionale, ma forse troppo semplicistico, al contrario dei paesaggi che sono fuori parametro.



Le musiche sono una parte fondamentale dell'opera, e sono stupende. Si apprende inoltre da wikipedia che:
La colonna sonora di Your Name. è stata composta da Yojiro Noda, cantante della band Radwimps. Il regista, Makoto Shinkai, gli ha richiesto appositamente di comporre "in modo che la musica fosse un completamento al dialogo o al monologo dei personaggi". Sul suo sito ufficiale, Makoto Shinkai ha successivamente manifestato apprezzamento per il lavoro svolto dai Radwimps. 

La musica del film ha ricevuto il plauso sia del pubblico che della critica, e viene considerato uno dei fattori dietro al successo al box office del film. 


L'adattamento italiano è davvero ben curato, lontano dalle storpiature a cui sono sottoposte le opere Ghibli a causa di Gualtiero Cannarsi, qui abbiamo una direttrice del doppiaggio, Maria Pia Di Meo, che ha saputo mettersi al servizio dell'opera rendendola fruibile e scorrevole.
Ottime tutte le voci scelte, in particolare segnalo Emanuela Ionica (Mitsuha) e Manuel Meli (Taki).

Onore al merito quindi a Dynit per averci portato questa opera curandola in tutti i dettagli.

Certo 3 giorni al cinema sono pochi, il prezzo del biglietto oneroso, ma confido che Nexo Digital, che lo ha distribuito, possa essere soddisfatta del risultato di questi giorni. Ieri da me la sala era piena, e so che ha avuto ottimi riscontri al box office, d'altro canto quando la qualità c'è si vede e ripaga sempre. Vi consiglio davvero di cuore di andare a vedere questo film perché merita ogni euro spero. Avete ancora oggi, affrettatevi!
Dal canto mio non vedo l'ora di potermelo riguardare in blu-ray. Qui ci si può solo inchinare e applaudire calorosamente. Grazie per queste emozioni maestro Shinkai.






Aggiornamento: Your name. ha incassato ben 546.199 € in tre giorni, così Dynit ha deciso di aggiungere altre proiezioni il: 31/01 - 1/02 - 9/02 - 10/02

sabato 21 gennaio 2017

The Art Of The Brick

La mostra The Art of The Brick di Nathan Sawaya conta l’utilizzo di 1 milione di mattoncini/più di 80 sculture/ 1,600mq di esposizione “I sogni si realizzano…un mattoncino alla volta!” Nathan Sawaya


Recentemente sono stato alla mostra "The Art Of The Brick", con le opere create con i Lego di
Nathan Sawaya. Artista dotato di grande creatività, che, dopo aver lasciato il suo lavoro di avvocato, si è dedicato anima e corpo a costruire le sue creazioni con i Lego diventando famoso in tutto il mondo.

La mostra mi ha colpito molto positivamente, lo spazio espositivo dato dalla Fabbrica del Vapore a Milano è di ben 1600mq, permette quindi di essere visitato da tante persone anche con l'affluenza del fine settimana senza sentirsi particolarmente oppressi; certo personalmente avrei curato di più il modo in cui sono esposte le opere, a volte ho avuto la sensazione che fossero un po' buttate a caso, ed è un peccato, qualche drappo colorato per coprire le pareti astanti a mio parere non avrebbe guastato.

La prima parte della mostra cerca di farci comprendere le infinite possibilità dei Lego con riproduzioni di opere classiche davvero belle, tra cui L'Urlo di Munch e la Monna Lisa, ma la cosa che mi ha colpito di più sono le opere originali di Sawaya. Veramente denotano una grandissima sensibilità, e una creatività che è andata oltre le mie aspettative più rosee. Penso che creare certe cose con i Lego sia tutt'altro che semplice. Bellissimi i cartelli allegati alle varie opere con i pensieri dell'artista a riguardo, alcuni mi hanno davvero toccato.

The Art Of The Brick ci mostra come si può essere creativi con relativamente poco, come sia importante non adeguarsi a ciò che ci dice la società, a seguire il proprio cuore, le proprie aspirazioni, e a non far mai morire il bambino che vive dentro di noi.

Avete ancora tempo sino al 29 gennaio 2017 per visitarla, ve la consiglio davvero caldamente. Ulteriori informazioni: QUI

Vi lascio a qualche foto che ho scattato:



 
   


 

 
        


Aggiornamento: la mostra è stata prorogata sino al 05/02!